Regione, un milione di euro per le nuove divise: è polemica

Il Codacons vuole fare luce sulla vicenda

PALERMO, 10 ottobre – Sicilia, una delle regioni più indebitate d’Italia, dove peròsi pensa anche a spese che non appaiono di primaria necessità. Anche se comportano un esoborso cospicuo che può arrivare anche a un milione di euro.

Adesso arriveranno a breve le nuove divise destinate ai dipendenti della Regione. Quelle estive e invernali commissionate sono circa 4000, con tanto di cravatta e foulard di seta, destinate a 900 impiegati tra portieri, uscieri e autisti. I costi si aggirano a 1100 euro cadauno, con tanto di “assicurazione” per 18 mesi nel caso si richiedesse una modifica delle misure.
Situazione che sembra trovarsi nel paradosso più assoluto, vista la necessità di contenere le spese. E proprio da qui parte negli ultimi giorni un esposto del Codacons alla Corte dei Conti per far luce e chiarezza sulla vicenda. Anche perchè si tratta di un importo corrispondente a 1 milione di euro. Il presidente regionale dell’associazione per la tutela dei consumatori, Giovanni Petrone dichiara in tutta franchezza di voler far luce sulla questione, poiché nel caso in cui l’illecito sussiste si tratterebbe senza ombra di dubbio di un danno erariale che graverebbe sulle spalle degli abitanti della regione.
Ad appesantire ulteriormente le preoccupazioni della comunità sicula è il termine fissato per gennaio 2020, entro il quale l’ARS dovrà adeguarsi alle disposizioni emanate dal Governo per tagliare le contestate pensioni d’oro, così popolarmente chiamate. Il presidente dell’assemblea regionale Gianfranco Miccichè tiene a far presente che si tratta di un taglio che rispecchia in gran parte una riduzione del 10%. Di fatti troviamo pensioni che variano da importi corrispondenti da i 16.000 ai 4.000 euro, numerose appaiono quelle sotto i 4.000, che verranno opportunamente ridotte.
La data di scadenza per l’applicazione dei tagli è stata fissata per novembre, se la Regione Siciliana non provvederà alle modifiche, pena la mancata erogazione di una robusta fetta di contributi statali che possono arrivare pure fino a 70 milioni.