Interdittiva, sequestro e incendio: tanti guai per la Cogesi

Quattro giorni fa il rogo che ha danneggiato ben 22 mezzi per la raccolte rifiuti

SAN GIUSEPPE JATO, 10 ottobre – Non è sicuramente un buon periodo per la ditta Co.ge.si. di Stefano Lo Greco. A settembre è arrivata l’interdittiva antimafia da parte della Prefettura. Tre giorni fa l’incendio che ha distrutto 22 nuovi mezzi per la raccolta dei rifiuti e poco prima il sequestro di beni per un milione e 500 mila euro.

La verifica fiscale, condotta dalla Guardia di Finanza di Partinico e resa nota ieri, ha evidenziato una evasione delle imposte: Lo Greco, con un’altra sua ditta, la “Edil service”, avrebbe omesso di dichiarare ricavi per oltre 2,4 milioni di euro e Iva per circa 500 mila euro. Gli accertamenti, eseguiti un anno fa, si riferiscono al periodo 2013 al 2017.
Ma non ci sono solo problemi fiscali per il titolare: un mese fa la Prefettura di Palermo ha emesso un’interdittiva per possibili ingerenze mafiose. L’impresa viene citata anche nel decreto di scioglimento del Comune di San Cipirello: insieme alla “F. Mirto”, avrebbe gestito il settore dei rifiuti in regime di monopolio con la presunta compiacenza dell’amministrazione comunale di Vincenzo Geluso.


Nella relazione ministeriale si fa riferimento anche alle parentela con Giuseppe La Rosa, ex collaboratore di giustizia. Di qui il provvedimento che impedisce la prosecuzione dei rapporti tra l’impresa Co.ge.si. e la Pubblica amministrazione. Un mese prima Lo Greco aveva però ceduto il ramo d’azienda alla ditta del padre: la “Eco Industry srl”. Ed è stata quest’ultima a partecipare alle gare. L’incendio del deposito di contrada Zabbia rischia però di tagliare fuori l’impresa dalla competizione. I mezzi dati alle fiamme, tutti di categoria euro 6, rappresentavo –infatti- un requisito tecnico di rilievo. Camion e furgoni per un valore di oltre un milione di euro. Ma che, a detta del proprietario, non sono coperti da assicurazione in caso di incendi.


Ci sarebbe però una polizza per l’azienda. Che in passato aveva più volte denunciato tentativi di intimidazioni: nel 2016 ignoti cercarono di incendiare i mezzi dell’impresa custoditi sempre nel deposito di Zabbia. Qualche tempo dopo vi furono anche dei furti di carburante. Gli episodi furono denunciati ai carabinieri. Nel dicembre 2017, a Motta D’Affermo nel Messinese, venne inoltre danneggiato un mezzo. Lo stesso anno Lo Greco venne però rinviato a giudizio per turbata libertà degli incanti. I fatti risalgono al 2015, quando insieme al sancipirellese Ignazio Mustacchia, fu protagonista di una baraonda scoppiata dentro gli uffici del Comune di Monreale. I due, all’epoca colleghi, sono nel frattempo diventati “competitors” negli appalti per i rifiuti.

 

 

(fonte e foto: vallejatonews.it)