Incendio di monte Caputo, Arcidiacono chiede lo stato di calamità

“Occorre prendere coscienza, siamo davanti a mani criminali”

MONREALE, 3 agosto – Cinquanta, forse settanta, ettari di terreno andati in cenere. Ancora non si sa quante case e quante macchine bruciate. Settanta persone evacuate , per le quali il Comune ha messo a disposizione la scuola Veneziano, ma che hanno preferito trovare ricovero dai parenti o stazionare nella zona dei roghi per controllare di presenza l’evolversi della situazione.

È questo un primo, parziale, bilancio dell’inferno di stanotte, nel quale le fiamme hanno inghiottito monte Caputo, arrivando quasi fino a toccare il centro abitato monrealese. Il sindaco Alberto Arcidiacono, che per tutta la notte ha coordinato le operazioni di spegnimento, assieme a numerosi addetti ai lavori, chiede alla Regione lo stato di calamità per le zone interessate. “Siamo davanti a mani criminali – afferma – bisogna prendere coscienza e mandare segnali forti. Non é possibile mettere a repentaglio vite umane e un patrimonio ambientale di grandissimo valore”. Intanto già dalle prime ore di questa mattina sono intervenuti i candair che hanno effettuato la bonifica del territorio. “Rivolgo - ha concluso Arcidiacono - un particolare ringraziamento a tutte le forze dell’ordine, forestali, protezione civile, volontari e cittadini che hanno lavorato tutta la notte per aiutarci a spegnere i roghi e ci hanno sostenuto per superare un momento di grande difficoltà”.
Nella zona di San Martino delle Scale, per tutta la notte a presidiare e a dirigere le operazioni di spegnimento c’erano pure l’assessore regionale al Territorio, Toto Cordaro, il dirigente generale della Protezione Civile, Calogero Foti ed il dirigente regionale del Corpo Forestale, Filippo Principato.