Su di lui un’aspra tempesta mediatica nazionale su input del vicepremier Luigi Di Maio
MONREALE, 19 marzo – Costa cara a Sandro Russo la visita “camuffata” del giornalista di “Non è l’Arena”, la trasmissione di Massimi Giletti, in onda su La7, che nella puntata del 27 gennaio scorso aveva mostrato il consigliere comunale che elargiva presunti consigli all’interlocutore su come eludere i paletti del reddito di cittadinanza. Dopo la denuncia e le polemiche, anche a livello nazionale, Russo è stato licenziato.
A spingere per il licenziamento è stato il ministro del welfare Luigi Di Maio ospite della trasmissione, condotta da Massimo Giletti, che aveva annunciato controlli a tappeto. E i controlli sono davvero arrivati: il centro servizi del sindacato che gestisce i Caf, dopo l’avvio dell’indagine interna sul comportamento assunto dal proprio dipendente, ha deciso di licenziare Russo.
La vicenda, anche mediaticamente, è tornata attuale domenica scorsa, quando la storia è stata riproposta con un servizio di un’inviata di Giletti a Monreale.
Russo, sin dall’inizio, si era ritenuto vittima di un raggiro. “Ritengo di non aver fatto nulla – aveva detto a Monreale News l’indomani della messa in onda del servizio in tv – Non avevo alcun interesse, né alcun vantaggio a raccontare al mio interlocutore quali sono i metodi per aggirare i controlli del reddito di cittadinanza. Ho solo detto cose che, peraltro, sono di dominio pubblico perchè raccontate tante volte dai giornali. Non ho quindi aiutato nessuno a fare il furbetto”.