“Perché non attuare un progetto per definire le sanatorie edilizie?”

Giacopelli (CISL-FP): “Fra il 1985 e il 2003 sono state presentate al Comune quasi 11.000 domande”

MONREALE, 7 novembre – In questo periodo le tematiche che riguardano l’abusivismo ed i condoni edilizi sono quantomai d’attualità, suscitando dibattiti e polemiche di vario genere. “In questo contesto, varrebbe senz’altro la pena di ricordare - afferma Nicola Giacopelli, segretario aziendale della Cisl-Funzione Pubblica - che a Monreale il fenomeno ha avuto negli anni scorsi, ed in parte ha ancora oggi, una particolare e significativa rilevanza: basti considerare che nel periodo compreso fra il 1985 e il 2003 sono state presentate al Comune quasi 11.000 domande di sanatoria, moltissime delle quali sono rimaste sino ad oggi inesitate”.

A seguito del primo condono, le istanze di regolarizzazione pervenute all’ufficio tecnico sono state poco più di 6.700, alle quali si sono poi aggiunte quelle presentate in riferimento ai successivi condoni del 1994 (2.800) e del 2003 (circa 1.300).
“A nome dell’organizzazione sindacale che rappresento - sostiene Giacopelli - ormai da più anni insisto nel proporre all’amministrazione comunale di attuare un progetto finalizzato, previsto dalla vigente normativa, per la definizione delle innumerevoli pratiche di sanatoria edilizia ancora giacenti. Ho prospettato questa iniziativa sia in sede di contrattazione decentrata, sia ai vari amministratori che nell’ultimo triennio si sono succeduti alla guida dell’assessorato all’urbanistica, ossia a Giuseppe Magnolia, a Filippo Madonia e, più di recente, ad Alessandro Zingales. Mi sono anche fatto carico di predisporre una specifica proposta di regolamento relativo all’organizzazione del progetto stesso e all’individuazione dei criteri per un’equa ripartizione degli incentivi da riconoscere al personale coinvolto.

Nonostante il mio impegno propositivo sia stato, a parole, da tutti apprezzato - prosegue l’esponente sindacale - tuttavia sinora nulla è stato realizzato. Sia chiaro che l’attuazione del progetto non comporterebbe alcuna spesa a carico dell’ente e che, anzi, la chiusura di un buon numero di pratiche di sanatoria porterebbe nelle casse comunali introiti non trascurabili. E allora non resta da chiedersi perché mai tutto continui a rimanere fermo e perché l’immobilismo regni sovrano”.
“Per quanto riguarda, poi, le delicate questioni relative all’abusivismo edilizio - conclude Giacopelli - ho come l’impressione che l’ufficio competente sia stato sostanzialmente smobilitato e depotenziato: spero di essere smentito. Ovviamente con i fatti e non a chiacchere”.