La vicenda di un sessantenne condannato per abusivismo
MONREALE, 16 novembre – I carabinieri della stazione di Monreale bussano alla porta di N.B 60enne, monrealese per notificargli un’ordinanza di detenzione domiciliare per espiare la pena di 5 mesi e 29 giorni.
Pena che era divenuta esecutiva per il reato di violazione di norme urbanistiche, risalenti al mese di agosto di 10 anni fa. N.B., infatti, con sentenza emessa dal Tribunale di Palermo nel 2017 veniva condannato alla pena di un anno di arresto per avere realizzato una costruzione abusiva.
La Procura della Repubblica di Palermo, infatti, aveva emesso ordine di carcerazione con contestuale detenzione domiciliare che era stato sospeso nel 2020 in quanto l’avvocato difensore di N.B. Giada Caputo aveva dimostrato che il proprio assistito non aveva ricevuto la notifica della sentenza e quindi non aveva potuto proporre atto di appello.
Con la conseguenza che l’ordine di arresto emesso nel 2020 era divenuto esecutivo. Subito dopo l’arresto il difensore aveva proposto incidente di esecuzione per chiedere la revoca dell’ordine di carcerazione, in quanto, nel frattempo, la pena da scontare era stata estinta per il decorso del termine massimo.
La legge, infatti, prevede che i reati puniti con la sanzione detentiva dell’arresto o dell’ammenda vadano dichiarati estinti decorsi cinque anni dalla irrevocabilità della sentenza di condanna.
Quella a carico di N.B. infatti era divenuta irrevocabile nel 2018. L’avvocato Caputo ha immediatamente presentato un incidente di esecuzione alla Procura della Repubblica di Palermo, chiedendo la revoca dell’ordine di carcerazione. La richiesta veniva tempestivamente accolta e la Procura della Repubblica ordinava la revoca del provvedimento restrittivo, scarcerando immediatamente N.B.
“Ho molto apprezzato – ha affermato Giada Caputo – la tempestiva iniziativa del magistrato della Procura della Repubblica che dopo avere verificato la fondatezza del mio ricorso ha immediatamente disposto la revoca del provvedimento di carcerazione. Dispiace che il mio assistito e la sua famiglia abbiano dovuto vivere un momento drammatico quale quello dell’arresto, l’identificazione presso la caserma dei carabinieri di Monreale e l’inizio della detenzione domiciliare con la brusca interruzione di attività lavorativa”.