Non è servita nemmeno la prova del Dna per risalire all’identità delle salme che vi sono sepolte
MONREALE, 25 settembre - Anche il Ris si arrende, così come dovranno arrendersi i familiari di tanti defunti seppelliti nel cimitero “degli orrori” di San Martino delle Scale. Sarà impossibile risalire all’identità degli estinti. Neanche l’esame del Dna è riuscito a consentirne l’individuazione.
La notizia la rende nota stamattina il Giornale di Sicilia pubblicando un articolo a firma di Sandra Figliuolo, che evidenzia le difficoltà, adesso, a quanto pare, l’impossibilità, di risalire all’identità dei defunti. Quei resti umani che erano stati spostati, murati, nascosti in intercapedini o buttati e lasciati sotto le intemperie nel cimitero di San Martino delle Scale. Neanche non avranno mai un nome. Nemmeno il test del dna potrà tornare utile alle indagini, sotto questo aspetto.
La vicenda è venuta fuori nello scorso mese di maggio, quando le investigazioni, svolte dai carabinieri di Monreale sotto la direzione ed il coordinamento della Procura della Repubblica di Palermo, hanno permesso di ricostruire l’intero meccanismo posto alla base della gestione illegale ed illecita del cimitero di San Martino delle Scale, di proprietà della locale abbazia benedettina, finalizzato ad ottenere ingenti profitti dalla compravendita di sepolture.
Le attività investigative sono partite dalla raccolta di alcune denunce relativamente a un’apparente “mala gestio” del cimitero, ma i successivi accertamenti hanno consentito di far luce su di una organizzazione criminale che, nel corso degli ultimi anni, si era di fatto sostituita ai benedettini - in maniera del tutto abusiva- nella gestione del cimitero, iniziando un vero e proprio mercimonio di loculi e tombe.