Sempre più buio nella circonvallazione, solo il dieci per cento della strada è illuminato

Solo due i tratti dove le lampade sono accese: circa 400 metri in totale

MONREALE, 10 febbraio – La situazione, volendo usare un eufemismo, è sempre critica: il pericolo è sempre dietro l’angolo e ogni giorno che passa senza un incidente grave è davvero un giorno guadagnato. Il buio che caratterizza la circonvallazione di Monreale assume aspetti sempre più preoccupanti.

Ieri sera, anche a costo di sembrare come Giovanni Battista che predicava invano nel deserto, rimanendo inascoltato, ci siamo presi la briga di effettuare un’altra verifica circa la percentuale di illuminazione del tratto compreso fra la Rocca e Villa Carolina, bivio Cimitero, per intenderci.
Ebbene, ancora una volta il rapporto luce/buio non supera la quota di uno su dieci. Dieci per cento del tratto illuminato, novanta per cento nelle tenere. La situazione, sconsolante, è proprio questa.
Se prima l’arteria (importantissima per il traffico del comprensorio) era illuminata un po’ a macchia di leopardo, con lampade accese qua e là, adesso sono solo due i tratti nei quali non regnano le tenebre.

Uno, salendo da Palermo, comincia proprio a ridosso del distributore di carburante Eni e coincide (fortunatamente) con la zona nella quale insistono diverse attività commerciali sempre molto frequentate, l’altro, invece, riguarda la zona del semaforo, all’incrocio con via Venero. Stop. Circa duecento metri per ciascuno. Per il resto è buio fitto, dove non si vede un accidente. Ieri sera pioveva forte e le condizioni meteo erano davvero avverse. La situazione, quindi, era quanto mai precaria e il tasso di pericolosità elevato al massimo. Moderare la velocità non era consigliabile, ma un obbligo vero e proprio, soprattutto nella zona dove opera una pizzeria, notoriamente molto frequentata nel weekend e dove, purtroppo, in passato si sono verificati incidenti, anche mortali.
A rendere ancora più lungo il tratto di buio un guasto agli impianti elettrici nella parte alta di corso Calatafimi, con lampade accese non a ridosso dei pilastri che ne determinano l’inizio, ma all’altezza dell’ospedale Ingrassia. Noi continuiamo a incrociare le dita, speriamo che basti.