Domani a Roma si discute il ricorso del comune contro la deliberazione della Corte dei Conti

Potrà essere l’ultima spiaggia per evitare il dissesto finanziario

MONREALE, 25 luglio – Sarà discusso domani a Roma il ricorso presentato dal Comune di Monreale contro la deliberazione della Corte dei Conti preludio di una possibile dichiarazione di dissesto finanziario. Domani, infatti, nella capitale è prevista l’udienza delle Sezioni riunite della Corte dei Conti, in adunanza plenaria. A rappresentare l’ente ci sarà l’avvocato Carlo Comandè.

Sarà una tappa fondamentale per il Comune, dopo la quale sarà possibile capire quale sarà il destino finanziario dell’ente: se cioè potrà continuare il suo percorso di risanamento avviato dalla precedente amministrazione e rimodulato da quella attuale o se, invece, dovrà alzare bandiera bianca ed arrendersi al default. In questo panorama appare particolarmente significativo come ad essere interessati da forti sofferenze e criticità finanziarie ci siano comuni-simbolo della Sicilia, icone dell’Isola e del suo patrimonio artistico e culturale. Fra questi, per esempio, Cefalù, Taormina e Modica.

E proprio quest’ultimo centro ragusano è stato oggetto di un’attenta analisi della Corte dei Conti, che è stata particolarmente severa e non ha risparmiato “bacchettate” all’amministrazione locale, tanto da affermare che la rimodulazione del Piano di riequilibrio esige “approfondimento istruttorio da parte della Sezione di controllo”. Così il relatore della Corte dei Conti Gioacchino Alessandro che, durante l’adunanza di ieri mattina, ha ascoltato, insieme al presidente Maurizio Graffeo e al consigliere Francesco Albo, il sindaco di Modica Ignazio Abbate e l’assessore Enzo Giannone.

La decisione della Corte sarà resa nota, fra qualche giorno, con la deliberazione dell’adunanza. Il relatore ha comunque avanzato perplessità sulla costituzionalità della norma che ha reso possibile la rimodulazione del Piano, dopo un precedente rigetto, non correlato; oltre all’opportunità di non scaricare sulle future generazioni i costi del disavanzo, nonostante la legge consenta all’ente di spalmare sul trentennio anche la quota, di 14 milioni di euro, derivante dalla cancellazione fra residui attivi e passivi, cui si aggiungono altri 65 milioni di euro.
Secondo quanto previsto dal nuovo Piano, la quota che il comune di Modica dovrà pagare, fino al 2044, scenderebbe da 4,5 milioni di euro a 2,5 milioni di euro.