Monreale, razionalizzazione e riqualificazione delle spese: nuovo appello della Cisl al Comune

Nicola Giacopelli

Giacopelli: “In caso di inerzia, le responsabilità andranno addossate anche ai dirigenti”

MONREALE, 21 marzo - Il prossimo 31 marzo andrà a scadere il termine entro cui l’amministrazione comunale ha la possibilità di approvare il “piano triennale di razionalizzazione e riqualificazione della spesa” previsto dall’articolo 16 del decreto-legge 98 del 2011, da attuare intervenendo, tra l’altro, nell’ambito della riduzione dei costi della politica e di funzionamento.

“Nonostante le pressanti e propositive sollecitazioni della nostra organizzazione sindacale, né la precedente, né l’attuale amministrazione hanno mai voluto impegnarsi per deliberare e realizzare questo piano, pur trovandosi il nostro ente in situazione di predissesto - afferma il segretario aziendale della Cisl-Funzione Pubblica, Nicola Giacopelli (nella foto) - e non si riescono in alcun modo a comprendere le ragioni di questo assoluto disinteresse nei confronti di una iniziativa che consentirebbe di coniugare in maniera virtuosa i processi di riqualificazione e di riorganizzazione della spesa con l’opportunità di incrementare il salario accessorio da attribuire ai lavoratori comunali”.

Bisogna infatti considerare che, in base all’attuale normativa, è possibile utilizzare i risparmi conseguiti dalle amministrazioni, sino ad un massimo del 50 per cento, per integrare le risorse del cosiddetto FES (fondo efficienza servizi), che per il personale del Comune di Monreale nel corso dell’ultimo decennio è stato sottoposto a consistenti “tagli”.

“Siamo oramai prossimi alla scadenza del 31 marzo e c’è purtroppo da supporre che, analogamente a quanto si è verificato negli anni precedenti - conclude Giacopelli - nulla sarà fatto: e saremo così costretti a dover parlare, ancora una volta, di un’ennesima occasione perduta. Se in effetti così dovesse andare, siamo comunque del parere che le responsabilità non potranno essere addossate esclusivamente agli amministratori comunali, poiché è del tutto evidente che in casi del genere sussiste un inescusabile ‘concorso di colpa’ da addebitare alla superficiale inerzia dei dirigenti”.