
Un anno e quattro mesi ad un uomo che filmava un controllo del territorio nel quartiere di Ballarò
PALERMO, 29 marzo – Aveva accusato un funzionario di Polizia di averlo portato in Commissariato, di averlo ammanettato e picchiato, provocando lesioni refertate al pronto soccorso. Poi aveva denunciato l’aggressione alla Procura della Repubblica.
Adesso, però, è stato condannato prima per resistenza a pubblico ufficiale e poi per calunnia. Il Tribunale in primo grado, infatti, gli ha inflitto la pena di un anno e quattro mesi di reclusione oltre al risarcimento dei danni al funzionario costituitosi parte civile, con l’assistenza dell’avvocato Giada Caputo.
I fatti risalgono al 28 ottobre 2017. Nel corso di una operazione di controllo del territorio, nel quartiere di Ballarò, quartiere del centro storico di Palermo, operata congiuntamente da militari della Guardia di Finanza, dei Carabinieri e dalla Polizia di Stato, venivano controllati esercizi commerciali e identificati diversi soggetti. Nel contesto dell’operazione di polizia si avvicinava ai militari Carmelo Langlet, che con l’utilizzo del telefonino filmava i militari, asserendo di essere un giornalista di un quotidiano tedesco e contestava le operazioni di controllo.
Invitato a evitare di continuare nelle riprese e avvertito che stava ostacolando un controllo di polizia giudiziaria, Langlet comincia ad inveire nei confronti dei militari chiamandoli “sbirri fascisti, che stavano rompendo il c…, che stavano disturbando i commercianti e che lui era un infiltrato e stava operando quale confidente dei carabinieri“.
I militari accertato che Langlet era in stato di ebbrezza e che a suo carico risultavano precedenti di Polizia, lo portavano presso il commissariato di via Roma. I Lì l’uomo andava in escandescenza, cercando di aggredire i militari presenti, salvo poi denunciare di essere stato aggredito da L.F ispettore di Polizia. Stante che gli altri militari presenti hanno tutti escluso che Langlet era stato aggredito e picchiato da L.F. l’indagato veniva rinviato a giudizio per il reato di calunnia. Il tribunale di Palermo, dopo una articolata istruttoria dibattimentale, accertava la falsità delle accuse mosse nei riguardi del poliziotto, che si era costituito parte civile assistito e lo condannava alla pena di un anno e quattro mesi.
Anche in sede di appello il Langlet veniva condannato per calunnia nei confronti del funzionario di Polizia e il ricorso veniva dichiarato inammissibile dalla Corte di Appello di Palermo, che ha ordinato la immediata esecuzione della pena. “In tutto il processo – ha dichiarato l’avvocato Giada Caputo – ha stupito la pervicacia dell’imputato nell’accusare di fatti gravi un funzionario di Polizia, nonostante fosse consapevole della innocenza di L.F.“.
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