Resta in carcere per quindici mesi per maltrattamenti, ma è innocente: assolto 33enne monrealese

Su di lui pure l’accusa di estorsione, anche questa caduta in giudizio

MONREALE, 18 novembre – Era rimasto detenuto in carcere per ben quindici mesi con la pesante accusa sul capo di maltrattamenti ed estorsione. Ora però il tribunale lo assolve “perché il fatto non sussiste” e ne ordina l’immediata scarcerazione.

È la storia di R.A., 33 anni, monrealese, che la notte tra il 23 ed il 24 agosto del 2021, a seguito dell’ennesimo litigio coniugale, si era visto arrestare da carabinieri di Monreale, perché accusato di avere perpetrato maltrattamenti ai danni della moglie, con la non leggera aggravante di averli commessi alla presenza dei tre figli minori. Il giovane era pure accusato di estorsione, poiché, secondo la tesi accusatoria, avrebbe chiesto somme di denaro alla consorte, maltrattandola ai ripetuti dinieghi di questa.

A disporre la sua detenzione in carcere era stato il Gip Elisabetta Stampacchia della Procura di Palermo, che per ben quattro volte, nel corso di questi mesi, si era opposta alla richiesta di scarcerazione dell’uomo.
R.A., però, che da subito si era professato innocente, in sede di giudizio, difeso dall’avvocato Piero Capizzi (nella foto), ha dimostrato l’insussistenza dell’accusa, avvalorandola con prove documentali e testimoniali, convincendo quindi il giudice Roberto Murgia, appartenente alla seconda sezione penale del tribunale di Palermo (a latere Andrea Innocenti e Stefania Gallì) ad assolverlo e – come detto – a disporre l’immediata scarcerazione.

Soddisfatto l’avvocato, che ha fondato la sua tesi difensiva sull’inattendibilità dell’accusa ai danni del suo assistito, che adesso – non è escluso – possa richiedere un congruo risarcimento allo Stato per ingiusta detenzione.