Lo ha deciso il tribunale di Palermo. La vicenda andava avanti dal 2018
MONREALE, 4 ottobre – Si chiude, dopo ben quattro anni, la vicenda giudiziaria che ha coinvolto i monrealesi L. P. V., B. S., N. M. e M. T., tutti residenti nella frazione di Pioppo, con una sentenza di assoluzione per non aver commesso il fatto e perché il fatto non costituisce reato.
A pronunciarsi è stato il tribunale di Palermo, terza sezione penale, che ha accolto le tesi difensive dei quattroimputati, tutti assistiti dallo studio legale “Di Miceli, La Corte Malizia” di Monreale, degli omonimi avvocati.
La vicenda, risalente al 2018, aveva colpito come “fulmine a ciel sereno” i quattro pioppesi che si erano visti recapitare un decreto di citazione a giudizio venendo accusati, in concorso tra loro, di aver effettuato – senza alcun permesso o autorizzazione - un ampio sbancamento, di oltre 100 mq, in un proprio terreno sito a Pioppo e in un’area sottoposta a vincolo paesaggistico, idrologico e sismico deturpandone e alterandone le bellezze naturali. Ciò al fine – aveva sostenuto l'accusa – di effettuare opere edili abusive.
Di questi fatti, proprio per la loro gravità, aveva dato notizia la stampa locale che aveva messo in evidenza come, per i quattro denunciati, fossero scattate anche le sanzioni amministrative.
Nel corso del lungo e complesso giudizio e, specialmente nell'appassionata arringa finale tuttavia, i legali della difesa hanno dimostrato come nulla di quanto era stato ascritto agli imputati era stato commesso e che – anzi – quelle opere, oltre ad essere state preventivamente comunicate al comune di Monreale, erano state eseguite in ottemperanza ad un invito dei Vigili del Fuoco di Palermo e dei carabinieri di Monreale di messa in sicurezza dell’area. Dalla stessa, infatti – specie nella stagione invernale e a causa delle piogge - provenivano pericolosi detriti che si sversavano nella sottostante Strada Provinciale 186, Pioppo, con grande e grave pericolo per gli automobilisti e i passanti.
“Giustizia è stata fatta”, affermano – visibilmente soddisfatti – gli avvocati Manlio Di Miceli, Anna La Corte e Angelo Malizia – La nostra più grande gioia è stata rimediare al palese errore giudiziario commesso dal PM (che, anche in sede di conclusioni, tenuto conto delle riduzioni per il rito scelto, aveva chiesto la condanna degli imputati a sei mesi di reclusione e al pagamento di 20.000 euro ciascuno) e il poter donare lacrime di gioia e grandi sorrisi ai nostri assistiti. L’assoluzione non poteva che essere il giusto epilogo di questa incredibile vicenda”.
B., N., L.P. e M., oltre all’assoluzione, hanno ottenuto anche l’immediato dissequestro del loro terreno