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Coltivazione di cannabis a Santa Cristina Gela, due persone arrestate

| Enzo Ganci | Nera e giudiziaria

Le piante venivano alimentate grazie ad un allaccio abusivo alla rete elettrica pubblica

SANTA CRISTINA GELA, 18 giugno – I carabinieri della stazione di Altofonte hanno arrestato un 65enne e un 30enne con l’accusa di coltivazione e produzione di sostanza stupefacente, furto aggravato di energia elettrica, detenzione abusiva di armi e ricettazione.

Nel corso di un servizio antidroga nel territorio del Comune di Santa Cristina Gela, i militari hanno scoperto l’esistenza, nelle campagne circostanti il centro abitato, di un casolare abbandonato, adibito alla coltivazione di cannabis, dove è stato sorpreso il 30enne, di origine straniera, che vi aveva trascorso la notte per vigilare su un’estesa piantagione da oltre 310 esemplari, in parte coltivati in vaso ed in parte in terra, all’esterno del casolare. La crescita delle piante era garantita da lampade alogene e ventilatori, alimentati grazie a un allaccio abusivo alla rete elettrica, scoperto con l’ausilio di personale Enel.

La perquisizione ha permesso, inoltre, ai carabinieri di sequestrare 2 chili e mezzo di marijuana confezionata in buste, una pistola calibro 7,65 con caricatore con matricola abrasa e 36 cartucce, nonché altre 5 cartucce calibro 12.
Il 30enne è accusato di coltivazione e produzione di sostanza stupefacente, furto aggravato di energia elettrica, detenzione abusiva di armi, ricettazione, nonché resistenza a pubblico ufficiale. Il Gip di Termini Imerese, che ha disposto la custodia cautelare in carcere per il 30enne, ha successivamente emesso un’ordinanza di applicazione della medesima misura, su richiesta della locale Procura, nei confronti del proprietario del casolare e del terreno, un 65enne palermitano già noto alle forze di polizia, perché ritenuto coinvolto nei reati di produzione illecita di sostanze stupefacenti, furto aggravato di energia elettrica, detenzione abusiva di armi e ricettazione. Il 65enne e il 30enne sono stati condotti in carcere, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Una volta cresciute, estirpate, essiccate, triturate e vendute al dettaglio, le piante avrebbero potuto fruttare diverse migliaia di euro, alimentando un sempre florido mercato illegale, che vede il territorio della provincia di Palermo come un importante luogo di produzione. Le piante sequestrate verranno analizzate dal Laboratorio Analisi Sostanze Stupefacenti del Comando Provinciale di Palermo.

 

  

· Enzo Ganci · Editoriali

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