Il dibattimento vedrà la luce tra qualche settimana, e i due imputati hanno chiesto il rito abbreviato
PALERMO, 8 giugno – Avrebbero gestito per anni un giro di prostituzione minorile tra Monreale e Palermo, costringendo giovani aspiranti modelle a prostituirsi e organizzando orge e incontri con vari uomini, appartenenti al settore dell’imprenditoria della moda e non: è questa l’accusa che la Procura di Palermo ha mosso nei riguardi di Francesco Pampa e Massimiliano Vicari, proprietari della Vanity Models Management.
Il processo, che vede Rosario Di Gioia come giudice per le udienze preliminari, dovrebbe iniziare tra qualche settimana e coinvolgerà anche un terzo imputato, Filippo Girardi, accusato di aver intrattenuto rapporti sessuali con una minorenne in cambio di denaro; quest’ultimo, a differenza di Pampa e Vicari, si trova agli arresti domiciliari. Le indagini che hanno condotto al fermo dei titolari della popolare agenzia di moda, avvenuto il 14 gennaio, sono partite quasi due anni fa e sono coordinate dal sostituto procuratore Sergio Mistritta nonché dall’aggiunto Annamaria Picozzi.
A farle scattare, le dichiarazioni di una ragazza che sarebbe stata fatta prostituire quando aveva 15 anni, la cui vicenda si accompagnerebbe a quella di altre cinque o sei coetanee. Somme dai 50 ai 150 euro venivano consegnate alle giovani o direttamente a Pampa e Vicari, i quali hanno ora chiesto il rito abbreviato e che a loro volta avrebbero esercitato pressioni e ricatti ai danni delle ragazze avendo con le stesse rapporti sessuali, anche presso la sede di via Catania. Secondo quanto emerso dal quadro investigativo tra i soggetti coinvolti sarebbe incluso un “vecchio signore monrealese”, residente in una villa di campagna.