La vicenda risale al 2014, nel 2018 era stato rinviato a giudizio
PALERMO, 8 aprile - Nella loro villa il 25 aprile di due anni fa circa 300 persone festeggiarono l’allora vice premier Matteo Salvini, che era giunto a Monreale per sostenere il candidato a sindaco della Lega, Giuseppe Romanotto, che poi non fu eletto.
Un pranzo a base di prodotti tipici siciliani, nella vicina Pioppo nel palermitano, a casa del consigliere comunale del Carroccio, Giuseppe La Corte, il cui padre Giovanni, 61 anni, fu rinviato a giudizio per violenza sessuale nei confronti di una sua collega di lavoro che lo aveva denunciato nel 2014. Accuse dalle quali l’imputato è stato assolto.
"Il nostro familiare, assistito dall’avvocato Francesco Riggio, è stato considerato e trattato come colpevole di un reato ignominioso, oltraggioso e volgare che ora sappiamo non essersi mai verificato», affermano i congiunti di La Corte che sostengono di essere stati «screditati su più fronti: a livello politico e a livello personale».
"Anche la visita dell’allora Ministro degli Interni Matteo Salvini presso la nostra villa, è stata oggetto di insinuazioni che tendevano chiaramente a screditare l’immagine politica di persone pulite e oneste», prosegue la nota. "Chiaramente nessuna dichiarazione potrà mai sanare e far dimenticare le umiliazioni e le sofferenze di questi ultimi 7 anni, ma oggi finalmente la giustizia ha trionfato - conclude la nota - e di questa grande gioia la famiglia dà notizia ringraziando l’avvocato Riggio per il sostegno umano e professionale e tutti gli amici che sono stati vicini aspettando e confidando nell’arrivo di questo giorno».
(fonte: ANSA)