Non ridusse in schiavitù la minore rumena: assolto 57enne di Mezzo Monreale
La sentenza è del tribunale di Palermo, dopo due anni di dibattimento. Il pm aveva chiesto 16 anni
PALERMO, 16 novembre - Il Tribunale di Palermo, seconda sezione collegiale, al termine di un lungo, articolato e delicato dibattimento, durato oltre due anni, ha stabilito oggi l’assoluzione di Pietro Anello, accusato di molteplici reati in danno di una minorenne di nazionalità rumena.
In particolare, il 30 luglio 2015 l’indagato veniva sottoposto a fermo con contestuale applicazione della custodia cautelare in carcere per i reati di tratta di persone, riduzione in schiavitù, sfruttamento della prostituzione minorile e violenza sessuale in danno della minore.
Le indagini prendevano l’avvio dalla denuncia presentata dalla persona offesa la quale, a suo dire, riuscendo a scappare in un momento di distrazione del suo “carceriere” si recava presso un commissariato di Polizia e denunciava tutti gli abusi presunti subiti.
Ovviamente di fronte a dichiarazioni così gravi il pm e il Gip disponevano la carcerazione dell’indagato.
A seguito di una capillare opera di investigazione difensiva, la difesa riusciva ad attenuare fortemente il quadro indiziario, costituito solo dalle dichiarazioni della minorenne e in tal modo far sostituire la custodia in carcere con gli arresti domiciliari nel dicembre dello stesso anno.
Celebrata l’udienza preliminare ed esaurita una lunga e complessa e a tratti anche drammatica istruttoria dibattimentale durata oltre due anni, in data odierna il Tribunale di Palermo sezione II Penale presieduta daRoberto Murgia, emetteva sentenza di assoluzione con la formula più ampiamente liberatoria, ovvero perchè il fatto non sussiste per tutti i gravi capi di imputazione.
Si tratta di un dispositivo di sentenza ancor più eclatante ove si consideri la richiesta, particolarmente punitiva formulata dal Pubblico Ministero, ovvero 16 anni di reclusione, nonostante l’imputato sin dall’inizio avesse proclamato la sua innocenza e che con la ragazza, di cui ignorava la minore età, avesse intrattenuto una normale relazione di convivenza sentimentale.
Profonda soddisfazione è stata espressa dal collegio difensivo composto dagli avvocati Mario Caputo e Nicola Nocera, non solo per l’affermazione dell’innocenza di Anello, privato per quasi due anni della libertà personale (oltre 5 mesi di carcere e 15 mesi di arresti domiciliari), ma anche per il proficuo risultato di una lunga attività sia di investigazione difensiva che dibattimentale, resa ancora più delicata dalla gravità dei capi di imputazione.
“Naturalmente - afferma l’avvocato Mario Caputo - bisogna attendere ed esaminare la sentenza che verrà depositata fra 90 giorni e successivamente verrà valutata la richiesta di riparazione per l’ingiusta detenzione patita da Anello anche per il pubblico ludibrio a cui è stato sottoposto per oltre cinque lunghi e indimenticabili anni”.
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