Pippo Noto era stato diffamato, condannato il quotidiano ‘La Repubblica’

Pippo Noto

Così si è espressa la 3ª sezione penale del tribunale di Catania

MONREALE, 19 giugno – Era stato accusato di millantare titoli e per questo di non poter ricoprire incarichi dirigenziali ai vertici dell’Asp 6 di Palermo. Poi era stato “riabilitato” dall’ex assessore regionale Sanità, Baldo Gucciardi. Per il monrealese Giuseppe “Pippo” Noto, adesso, arriva una riabilitazione totale con la vittoria nel giudizio in cui è stato condannato il quotidiano “La Repubblica” per diffamazione a mezzo stampa.

Il processo nel quale il manager 63enne è stato rappresentato da un collegio difensivo composto dagli avvocati Vincenzo Gervasi, Giovanni Bellia e Alessandro Cacciatore, del Foro di Palermo, si è tenuto davanti alla 3ª sezione penale del tribunale di Catania.
Il giudizio era relativo alla pubblicazione di due articoli del 2013 e quindi ad un periodo antecedente la sua rimozione dall'incarico (che ha coperto l’arco temporale 2013-2016), ma riguardante una presunta falsificazione dei titoli posseduti da Noto.

Su Pippo Noto si era abbattuta la scure dell’ex direttore generale dell’Asp 6, Antonio Candela, che nel gennaio del 2016 gli aveva revocato l’incarico di direttore sanitario dell’azienda, per una presunta mancanza di titoli idonei, nominando al suo posto Loredana Curcurù. Lo stesso manager monrealese nel maggio dello stesso anno era stato riabilitato dell’assessore Gucciardi, che aveva ripristinato l’iscrizione di Noto nell’elenco dei soggetti idonei alla nomina a direttore sanitario e in quello degli aspiranti alla nomina a direttore generale delle aziende del servizio sanitario della Regione.
“Nonostante le calunnie – afferma adesso il manager – tantissimi hanno creduto nella onestà intellettuale e nella correttezza dei comportamenti del dottor Noto. A loro un grazie affettuoso. Con il loro sostegno morale hanno permesso di superare gravosi ostacoli e di combattere e vincere anche questa battaglia contro la menzogna, che resta tale anche quando a diffonderla è un organo di stampa mainstream. La verità, almeno talvolta, vince”.