Il tribunale ha ritenuto inattendibile il racconto delle minori
PALERMO, 11 dicembre - Quella violenza sulle bambine, fino a ieri solo presunta, da oggi non c’è. O meglio: non c’è mai stata. Tanto che ieri la seconda sezione penale del tribunale di Palermo, in composizione collegiale, presidente Lorenzo Matassa, ha assolto da accuse pesantissime una coppia di coniugi (lui operaio, lei assistente in una casa di cure) che all'epoca dei fatti erano residenti a Monreale.
Nella fattispecie, i fatti risalgono al 2014, i coniugi erano stati accusati dalle figlie minori di maltrattamenti, e il solo padre anche di una tentata violenza sessuale. I maltrattamenti, secondo l’accusa, che aveva chiesto 10 anni di reclusione per il padre e 4 per la madre, sarebbero consistiti in continue e ripetute percosse, nell’imposizione di lavori domestici e soprattutto nel lasciare i predetti figli minori digiuni.
Nella vicenda, che fin dall’inizio era apparsa quanto mai scabrosa, dopo le segnalazioni alle competenti autorità, da parte di un’insegnante di sostegno di una delle due figlie, òe ragazzine erano state tolte ai genitori, prelevate e collocate in comunità, affidate provvisoriamente ad una nuova famiglia.
Dopo 4 anni, a seguito di una lunga e complessa istruttoria dibattimentale, dalla quale emergeva l'inattendibilità del narrato delle minori, peraltro non confermato dai testi della difesa, composta dagli avvocati Giuseppe Grammatico ed Alessandro Musso, il Tribunale ha emesso una sentenza di assoluzione nei confronti di entrambi i coniugi per il fatto non sussiste.
Adesso, a seguito della sentenza di assoluzione, la madre ha chiesto di riavere le figlie (la grande oggi è maggiorenne, la piccola adolescente) ma la vicenda, ad oggi, non sembra di facile risoluzione.