Nel processo col rito abbreviato il Gup scagiona Vito Cognata
PALERMO, 11 maggio - Non ci fu violenza sessuale continuata. Gli sms tra la vittima ed il presunto autore non bastano a giustificare la tesi del reato, così come richiesto dall’accusa. È stato pertanto assolto Vito Cognata, 54 anni, medico di famiglia di Monreale, accusato proprio di violenza sessuale continuata da una sua paziente di 48. Ne dà notizia oggi il Giornale di Sicilia con un articolo a firma di Riccardo Arena.
Il Gup Gioacchino Scaduto ha accolto, nel processo celebrato con il rito abbreviato, le tesi del difensore dell’imputato, l’avvocato Giuseppe Gerbino. Il pm Daniele Sansone aveva chiesto 6 anni. Assieme alla titolare dell’indagine, la pm Francesca Dessì, potrebbe fare appello contro la sentenza.
La vicenda parte nel 2013-2014 e riguarda il medico che visita a Monreale che, secondo l’accusa, adesso confutata, avrebbe palpeggiato una sua assistita abusando, quindi, della sua posizione di sanitario.
A chiedere il processo era stata il pm Francesca Dessì, dopo l’incidente probatorio, sul quale faceva leva l’accusa. La difesa, invece, insiste sul fatto che le visite “particolari” sarebbero avvenute (tranne in un caso) alla presenza del marito della donna, che stava seduto dietro un paravento.
I fatti risalgono ad un periodo compreso tra il 2013 ed il 2015. Secondo la versione della donna, che ha sporto denuncia alla Squadra Mobile di Palermo, con il medico si sarebbe instaurato un rapporto personale, fatto pure di frequenti telefonate a causa della condizioni di salute del figlio della donna, assistito dallo stesso medico.
Tutto sarebbe cominciato con una visita in cui sarebbe stato necessario palpare il seno e le parti intime. La cosa avrebbe arrecato molto fastidio alla donna che, a causa delle condizioni di salute del figlio e per il timore che il medico decidesse di non curarlo più, avrebbe comunque deciso di continuare a recarsi da quel medico.
“Non avevo il coraggio di ribellarmi - aveva detto la donna alla Squadra Mobile - proprio perché temevo una reazione violenta da parte di mio marito”. Una sola volta l’assistita sarebbe andata da sola In un’altra occasione il medico avrebbe cercato di verificare le emorroidi, in un’altra ancora avrebbe chiesto alla donna di mettersi a quattro zampe (ma lei non lo fece) e in precedenza avrebbe pure fatto uno stranissimo discorso al marito, su chi comandasse a letto nella loro coppia e sulla fedeltà coniugale. Interrogato dal pm, il medico aveva ribadito la sua tesi: “Il mio ambulatorio è molto piccolo, il marito stava seduto dietro il paravento ma vicinissimo a noi. Escludo di aver fatto quanto mi viene contestato”.
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