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Ato Palermo 2, la Procura chiede 51 rinvii a giudizio

| Enzo Ganci | Nera e giudiziaria

L’udienza preliminare si terrà il 12 maggio davanti al Gup Fabrizio Molinari

PALERMO, 3 aprile – Si terrà il prossimo 12 maggio l’udienza preliminare del processo riguardante la vicenda Ato Palermo 2, che vede indagate 51 persone, coinvolte a vario titolo nell’inchiesta che nel marzo dell’anno scorso aveva portato la Procura della Repubblica di Palermo a spiccare 53 avvisi di garanzia.

L’indagine gira attorno ad una serie di reati che sarebbero stati compiuti da vari soggetti, fra cui diversi impiegati della società “Alto Belice Ambiente”, la spa, fallita nel dicembre del 2014, che curava il servizio di smaltimento dei rifiuti per conto dell’Ato Palermo 2.
La vicenda, così come Monreale News aveva pubblicato, vedeva inizialmente coinvolti pure il sindaco di Monreale, Piero Capizzi, che era stato indagato per istigazione alla corruzione ed una commerciante monrealese, che secondo l’accusa sarebbe stata l’autrice della corruzione stessa, prima che la posizione di entrambi, non venisse archiviata, prosciogliendo i due da qualsiasi accusa.

Il provvedimento odierno reca la firma del sostituto procuratore Enrico Bologna, che chiede il rinvio a giudizio davanti al Gup Fabrizio Molinari. Gli imputati in quella sede potranno chiedere riti alternativi, come il patteggiamento o quello abbreviato, oppure affrontare l’udienza preliminare.
La vicenda trae origine dalle indagini condotte dai carabinieri della compagnia di Monreale, che in passato avevano portato pure al licenziamento di alcuni dipendenti della società sorpresi in flagrante, proprio dai militari dell’Arma, mentre erano intenti a rubare il carburante dai mezzi mentre si recavano in discarica.
Il filone di indagini che aveva portato la Procura della Repubblica a spiccare gli avvisi di garanzia è lo stesso con il quale il 26 novembre del 2015 i carabinieri di Monreale avevano eseguito sette misure cautelari nei confronti di altrettanti direttivi e dipendenti dell’Alto Belice Ambiente, indagati, a vario titolo, per aver costituito quella che gli investigatori ritengono tutt’ora un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti, truffa aggravata e peculato.

Le persone per le quali è stato chiesto il rinvio a giudizio sono: Giuseppe Pupella, Eleonora Alfano, Vincenzo Minasola, Salvatore Di Salvo, Giuseppe Zimmardi, Francesco Vitanza, Santo Pipitone, Fabio Adimino,  Benedetto Basile, Salvatore Patellaro, Salvatore Naimi, Massimo Giammona, Pietro Ferreri, Rosario Valenti, Calogero La Francesca, Fabrizio Alotta, Lorenzo Barella, Gaetano Bastone, Salvatore Bruno, Pietro Buongusto, Castrenze Campanella, Campanella Salvatore, Giuseppe Cangemi, Daniele Castelli, Benedetto D’Agostino, Marco Gennusa, Giovanni Gervasi, Vincenzo Mario Giacalone, Umberto Giurintano, Massimo Greco, Simone Greco, Roberto Greco, Vito Lipari, Vincenzo Lo Pinto, Giovanni Messina, Salvatore Messina, Achille Milazzo, Salvatore Minasola, Roberto Misseri, Umberto Orlando, Alfredo Pupella, Roberto Pupella, Salvatore Pupella, Girolamo Triolo, Agostino Mancuso, Emilio Salvatore Russi, Giovan Battista Segreto, Carlo Cassarà, Antonino Geraci, Alessandro Geraci, Benedetto Battaglia.

Studio Valerio

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· Enzo Ganci · Editoriali

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