Terra. Anno 2089. In seguito alla scoperta di alcuni reperti scovati in diversi punti del pianeta, un gruppo di scienziati guidati da Shaw e Holloway (interpretati da Noomi Rapace e Logan Marshall-Green) partono per un lungo viaggio spaziale basato sulle indicazioni presenti nei ritrovamenti. La meta è un pianeta sperduto abitato dai cosiddetti "ingegneri", ovvero i progettisti dell'essere umano, in grado forse di fornire le risposte ai "perchè" dell'esistenza. La spedizione è promossa dalla Weyland Industries dell'algida Meredith Vickers (Charlize Theron).
Il vero promotore della spedizione e uomo cardine della Weyland, però, è il magnate Peter Weyland (interpretato da un truccatissimo Guy Pearce) che mette a disposizione della missione l'astronave Prometheus affidandola, durante il lungo periodo di sonno criogenico dell'equipaggio, al cyborg David (Michael Fassbender). L'arrivo sul pianeta offre subito forti emozioni: all'interno di un struttura circolare vengono infatti rinvenuti degli umanoidi fossilizzati che potrebbero proprio essere gli ingegneri obiettivo della spedizione.
Il ritrovamento della testa ancora integra di uno degli umanoidi procura un certo entusiasmo agli scienziati, subito smorzato però dal risvegliarsi di un'oscura, indecifrabile minaccia che sembrerebbe responsabile del massacro della civiltà aliena presente sul pianeta. Per di più la Weyland scopre le sue carte e le reali intenzioni che hanno spinto al finanziamento della spedizione; il tutto mentre un virus alieno aggredisce uno degli scienziati.
Eccoci qui, siamo al momento clou in cui termina la sinossi breve e mi tocca parlare del film, cercando di comunicarvi le impressioni che ne ho ricevuto o magari di parlarvi degli stimoli intellettuali e sensoriali che mi hanno accompagnato durante la sua visione, stavolta attraverso gli occhiali 3D. Ah ecco!! Gli occhiali 3D. Partirò da questo perchè è sicuramente la parte più facile del lavoro e perchè tutto sommato la tridimensionalità è ben congegnata, non invadente né invasiva e fa il suo bel lavoro nell'accentuare l'effetto immersivo in un un universo che Ridley Scott - di ritorno alle origini della sua carriera e a distanza di tre decenni - ha voluto rappresentare in modo meno sporco e fatiscente del primo (inarrivabile) film del '79. Ecco che, allora, inevitabilmente siamo arrivati a toccare il primo dei punti deboli di Prometheus: l'aspetto ambientale. Da uno dei padri, o meglio degli..."ingegneri" della fantascienza cinematografica mi aspetterei uno sforzo in più che ricalcare gli interni delle astronavi viste in Avatar e mi aspettarei soprattutto che si evitasse la volgarizzazione delle intuizioni visive di Giger che aveva decorato, con meravigliose scelte figurative, l'universo minaccioso che inghiotte la Nostromo e il suo equipaggio nel primo Alien.
Intendiamoci, non sto cercando a tutti i costi il proverbiale pelo nell'uovo (alieno ovviamente). In fondo non è colpa mia se gran parte delle soluzioni narrative di Prometheus impongono il confronto con il suo predecessore. Più che esserne il prequel, infatti, questo film è una sorta di remake che riprende l'atmosfera, il ruolo di alcuni protagonisti chiave (l'eroina e il cyborg) e persino la "metrica" dei colpi di scena e dei momenti rivelatori, che sembrano ricalcare, come nella tesi di uno studente che è stato fin troppo attento, i vari momenti del film di riferimento. In altre parole, è come assistere a una replica di Alien inevitabilmente figlia dei tempi, che impongono immagini asettiche, levigate, led e schermi sparsi un po' ovunque in un'infinita scomposizione dei piani che con-fonde scenografie e personaggi. Dal punto di vista dello script, la sceneggiatura di Prometheus è cervellotica e a tratti lacunosa, ma tutto sommato affascinante. Scritta da uno degli autori di LOST, Damon Lindelof, riesce a trovare quella pacificazione nell'eterna sfida tra domande e risposte a cui, in passato, il giovane autore non sempre ci aveva abituati. Peccato che alcuni passaggi intermedi appaiano un po' oscuri, contraddittori e in alcuni casi non necessari (la mossa clou di David, la storia della gravidanza e il sottotesto religioso su tutti).
Detto questo, occorre anche precisare che Prometheus è sicuramente un'esperienza visiva conturbante e quasi mistica, talvolta tanto profonda da sfuggire alle mani del suo demiurgo. Il materiale narrativo è infinitamente ricco e offre mille spunti di riflessione. Probabilmente il seguito (già annunciato) permetterà di gettare una luce retrospettiva su quello che ha tutto l'aspetto di un nuovo inizio, un capitolo uno insomma, controverso e irrisolto certo, ma forse proprio per questo così affascinante.
Mi astengo dunque dall'esprimere un giudizio e attendo fiducioso...
GIUDIZIO: S.V.
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Trailer
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Dati
Titolo originale: Prometheus
Anno: 2012
Nazione: Stati Uniti d'America
Durata: 124 min
Data uscita in Italia: 14 settembre 2012
Genere: azione,fantascientifico,horror
Cast tecnico
Regia:Ridley Scott
Sceneggiatura:Damon Lindelof , Jon Spaihts
Musiche:Marc Streitenfeld
Fotografia:Dariusz Wolski
Montaggio:Pietro Scalia
Costumi:Janty Yates
Soggetto:Ridley Scott
Interpreti
David: Michael Fassbender
Meredith Vickers: Charlize Theron
Elizabeth Shaw: Noomi Rapace
uomo nel bozzolo: Patrick Wilson
Captain Janek: Idris Elba
Fifield: Sean Harris
Stannison: Guy Pearce
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