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Cosmopolis (2012)

| Andiamo al cinema

Il film è il racconto della giornata vissuta da Eric Parker (Robert Pattinson) giovanissimo miliardario, vera e propria celebrità nel ramo finanziario grazie a un'innata capacità di leggere in anticipo le fluttuazioni del mercato. Oggi Parker ha deciso di attraversare la città a bordo della sua splendida limousine, in barba ai blocchi cittadini causati dal passaggio del Presidente che si incrocia con il funerale di un noto artista rap e con un corteo di protesta anti-capitalistico, al suono dello slogan "Uno spettro si aggira per il mondo".

Durante la traversata cittadina, l'auto di Parker, costretta a procedere a passo d'uomo, diviene il luogo di incontro tra il giovane e una serie di figure grottesche, talvolta surreali, tutte comunque gravitanti intorno alla sua attività professionale, fatta eccezione per la moglie (Sarah Gadon) inizialmente trattata come un'estranea. Con tutti questi personaggi, tra cui l'amante Didi (Juliette Binoche) e la consulente "in teoria" Vija (Samantha Morton), Parker intraprende intricatissime conversazioni filosofiche.

Obiettivo del giovane è quello di arrivare all'altro capo della città per "farsi aggiustare il taglio" da un anziano barbiere. Tra un incontro e l'altro dovrà vedersela con il corteo che prenderà di mira la sua vettura e con l'oscura minaccia di un presunto assassino già sulle sue tracce e pronto a fare fuoco alla prima occasione. Parker, però, sembra interessato solo a una recente debacle in borsa e a dare sfogo al suo insaziabile appetito sessuale. 

La parabola artistica del maestro David Cronenberg, uno dei grandi classici viventi, è estremamente articolata e mutevole. E non potrebbe essere altrimenti, visto e considerato che è proprio la "mutazione" uno dei cardini fondamentali per comprenderla fino in fondo. Quindi, mentre mutavano le tematiche, dallo splatter-horror delle origini (Rabid, Brood), alla fantascienza filosofica (Scanners, Videodrome e La Mosca), passando per il mèlo straniante (Inseparabili e M.Butterfly) e gli adattamenti "impossibili" (Il Pasto nudo dal romanzo di Burroughs e Crash dal romanzo di Ballard), visitando tematiche pseudo-futuristiche con eXistenZ e culminando in un cinema astratto e raffinatissimo (Spider, La promessa dell'assassino fino all'ultimo - non bellissimo però - A Dangerous Method), mutava anche la forma espressiva. Eppure in un certo senso Cronenberg è sempre rimasto fedele alla sua idea di Cinema e oggi questo è ancora più vero, visto e considerato che Cosmopolis riprende alcuni temi del passato, filtrati da una patina di eleganza e perizia tecnica tipiche dell'ultima fase della produzione del regista canadese.

Cosmopolis mi ha ricordato soprattutto Videodrome, e ci sono sicuramente echi di eXistenZ; ma l'atmosfera che si respira è vicina anche ad altri suoi film, come i già citati Crash e La promessa dell'assassino. Di Videodrome possiede la capacità di scandagliare la contemporaneità sul versante tecnologico - o meglio "tecnocratico" - individuando quelle linee guida che rendono il capitalismo attuale un feticcio ormai superato che reca in sè i germi dell'autodistruzione. Dunque, se in Videodrome si parlava di edificazione della "nuova carne" che compenetrava tecnologia a carnalità attraverso l'apparecchio televisivo, oggi il processo è analogo ma filtrato attraverso il concetto post-moderno di DIGITALE e l'assimilazione dell'umano rende astratta e rarefatta la sua realtà, visualizzata attraverso led e tablet di ultimissima generazione. Di eXistenZ c'è l'aspetto rivoluzionario e di denuncia sociale; quell'idea che tutta una generazione voglia ribellarsi attraverso la rimozione violenta dei suoi feticci più pericolosi (Parker è in tal senso un demone come Allegra Geller). Passa per questa sua capacità di cavalcare i tempi la grandezza di Cronenberg, capace ogni volta di stupirci con opere mai scontate.

Va anche detto, però, che Cosmopolis non è film di facile fruizione. Verboso fino allo stremo, presenta dialoghi serratissimi e praticamente senza soste, togliendo letteralmente il fiato allo spettatore. I contenuti sono astratti e filosofici ma anche estremamente inter-connessi alla realtà contemporanea. Le musiche di Howard Shore, che fanno da breve contrappunto ai momenti chiave del film, sono bellissime e struggenti ma vengono dosate con il contagocce, come se la sua anima fredda e razionale non voglia concedere nulla alla poesia, incarnando quell'identificazione tempo/denaro ormai totalmente assimilata dall'economia mondiale. Il Parker di Pattinson è convincente e per certi versi mi ha sopreso; il giovane attore riesce a comunicare alla perfezione il pessimismo di Cronenberg, secondo cui "dal basso" è impossibile cambiare veramente le cose: il corteo (violentissimo) lascia del tutto indifferente il giovane miliardario e la sua interlocutrice, che continuano tranquillamente a chiaccherare dentro la limousine ovattata dal sughero e i finestrini divengono quasi tanti monitor che mostrano le sequenze concitate di una diretta televisiva. Un film non perfetto certo, ma a mio avviso interessantissimo e, per gli estimatori di Cronenberg, irrinunciabile.

GIUDIZIO: 7,5/10

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Trailer

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Scheda del film:
Titolo originale: Cosmopolis
Lingua originale: Inglese
Paese: Italia, Canada, Portogallo, Francia
Anno: 2012
Durata: 105 min/colore
Genere: drammatico
Regia: David Cronenberg
Soggetto: Don DeLillo
Sceneggiatura: David Cronenberg
Produttore: David Cronenberg Joseph Boccia Paulo Branco Martin Katz
Scenografia: Arvinder Grewal

Interpreti e personaggi:
Robert Pattinson: Eric Packer
Samantha Morton: Vija Kinsky
Jay Baruchel: Shiner
Paul Giamatti: Benno Levin
Kevin Durand: Torval
Juliette Binoche: Didi Fancher
Sarah Gadon: Elise Shifrin

· Enzo Ganci · Editoriali

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