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Odio l'estate (2020)

| Domenico Prestifilippo | Andiamo al cinema

Film di genere commedia del 2020, durata 110 minuti, diretto da Massimo Venier, prodotto da Agidi e Fondazione Apulia Film Commission, distribuito da Medusa Film, con Aldo Baglio, Giovanni Storti, Giacomo Poretti, Lucia Mascino, Carlotta Natoli, Maria Di Biase, Michele Placido, con la partecipazione speciale di Massimo Ranieri.  Il regista – e sceneggiatore insieme a Davide Lantieri e Michele Pellegrini – già impegnato nelle prime opere del trio comico – Tre uomini e una gamba (1997), Così è la vita (1998), Chiedimi se sono felice (2000), La leggenda di Al, John e Jack (2002) e Tu la conosci Claudia? (2004) – a distanza di 16 anni, torna a dirigere Aldo, Giovanni e Giacomo nei panni di tre uomini differenti che, inspiegabilmente, saranno costretti a convivere con le rispettive famiglie all’interno di una villa vacanze, attraverso una trama che vuole essere un “fan service” per i nostalgici – tanti i nobili riferimenti alle pellicole precedenti – tra la scenografia di Laura Pozzaglio e la fotografia di Vittorio Omedei Zorini, sulle note delle musiche di Brunori Sas.

Per uno strano scherzo del destino, tre famiglie – appartenenti a 3 ceti sociali differenti – si ritroveranno nello stesso giorno, alla stessa ora e nello stesso posto, a reclamare i propri diritti sull’affitto di una villa per vacanze in Puglia, dove passare la stagione estiva lontano dalla caotica Milano. Aldo è uno scansafatiche afflitto dai suoi acciacchi e dalla sua ipocondria, sposato con Carmen – Maria Di Biase – alla quale nasconde un segreto, con tre figli e una grandissima passione per Massimo Ranieri. Giovanni, disturbato dalla sua disnomia, preciso e pignolo – rispettando l’incipit del personaggio – è il titolare della calzoleria Storti e figli, un’attività ereditata dal padre, prossima al fallimento, padre di Alessia e infelicemente sposato con Paola – Carlotta Natoli – tanto che preferisce il silenzio del suo locale piuttosto che parlarle al telefono. Giacomo, invece, è un rispettabile dentista, puro stacanovista, bacchettato perennemente dalla moglie Barbara – Lucia Mascino –  donna nevrotica, con la quale non riesce a sviluppare alcun dialogo e ad instaurare un rapporto col figliastro Ludovico.

Vedete? Via Achiti 24, via Achiti 24. Casa dei Tigli, casa dei Tigli: coincide. Qui c’è il voucher, il contratto, le date. Noi siamo gli affittuari!
“Casa dei Tigli, casa dei Tigli, tutto il resto è uguale. Noi siamo gli affittuari!
E noi chi siamo? Fagli leggere il contratto. Bello, carta canta.
Ma canta cosa? Scusi, non si legge niente.
Eh, è quello che gli ho detto anch’io.
E allora? Ci facciamo 2 anni di galera solamente perché il contratto è stato stampato male. Comunque voi siete fuori e rimanete fuori. Noi siamo dentro e rimaniamo dentro!

Da persone civili, “chi più, chi meno”, tenteranno di interpellare l’agenzia per avere dei chiarimenti in merito alla questione senza, però, avere alcun successo e, l’unica soluzione, risulta essere quella la stazione dei Carabinieri di questo paesino, soffocato dalle alte temperature, che persino la tastiera di un ufficio pubblico riesce a funzionare per la trascrizione di un verbale, con un Maresciallo – Michele Placido – che dall’alto del suo pragmatismo, suggerirà loro l’unica via percorribile per ovviare alla disorganizzazione della stessa agenzia: quella della convivenza.

Che vogliamo fare? D’estate fa calco e tutto si complica.
E allora?
E allora, voi fate la vostra bella denuncia, eh? E io mando il fascicolo al Procuratore. Nel frattempo ve ne andate tutti e 3 a Milano.
Come a Milano?
Poi, fra 3, 4, forse anche 5 anni, perché si sa come vanno le cose no? Si saprà chi ha ragione e chi ha torto. Che poi, torto o ragione, sono concetti effimeri. La verità, è l’illusione dello stolto. Non so se sono stato chiaro. Oppure… signori, l’isola è bella, la casa è grande, l’estate è breve. Cosa c’è di più dolce che una bella vacanza tutti assieme, in armonia?
Ma quale armonia? Ma quale armonia?

Durante l’assenza di Giacomo e famiglia – intenti a trovare una soluzione migliore altrove, magari un 5 stelle, per poi tornare con la coda tra le gambe – da buon pignolo, Giovanni, comunica a tutti gli inquilini i suoi dettami, per quieto vivere, tra le assegnazioni delle camere, l’uso dei cassettoni, l’apertura del frigorifero e soprattutto la permanenza in casa di Brian, il cane di grossa taglia di Aldo, mentre sulle scale, qualcuno, comincia a conoscersi meglio. E se è vero che i panni sporchi si lavano in casa, anche in questo contesto, le tre famiglie, non potranno esimersi dal condividere le proprie problematiche agli occhi di tutti, in quella che sarà una tediosa estate lunga, ma breve sotto certi aspetti. I silenzi intimi e notturni di un rapporto ormai giunto al termine e le frizioni di una coppia che non riesce a disinnescare la propria rabbia, nelle rispettive camere nuziali, verranno interrotti dai suoni amorosi di chi, al di là delle pareti, ha fatto dell’amore la propria forza, nonostante i problemi e qualche bugia, detta a fin di bene.

Stavo scherzando, era una battuta.
Bello, bravo. Molto, molto bello. Che vacanza di merda!

Ma tutta la vacanza con sta gente? Neanche sappiamo chi sono.
E allora? Lo vedi come siete voi piccolo-borghesi? Cambiamola sta mentalità, apriamoci all’altro, al diverso.
Sì sì, apriamoci. T’ho visto come guardavi la biondina.
Mi ma quanto mi piaci quando fai la gelosa? Vieni qua.
Ma ancora? Ma che c’hai ultimamente? Sei strano.
È l’estate amore mio, l’estate.

La convivenza obbligatoria, porterà tre realtà differenti a confrontarsi nella quotidianità, durante le colazioni e le permanenze in spiaggia, con Brian che da comune denominatore, riesce  far interagire chi alla spiaggia libera preferisce il lido – costretto a dover dare spiegazioni su una causa legale tenuta nascosta, almeno fino ad allora – con chi, a causa del suo insopportabile atteggiamento, finisce per essere umiliato da una sua vecchia conoscenza, quando preferisce allontanarsi dall’odore di iodio per garantire un po’ di sano relax sulla sabbia a chi, da tanto tempo, subisce la sua cavillosità, discostandosi dal prototipo di famiglia che, nonostante i problemi, riesce comunque a trovare il sorriso. Tra i tarocchi e le verità che vengono a galla, i tre uomini – senza la gamba, stavolta – insieme alle loro famiglie, dovranno fare i conti con delle spiacevoli vicissitudini da affrontare, insieme, come una vera e propria grande famiglia, con l’obiettivo di concludere quel che resta della bella stagione nel migliore dei modi, prima che la festa di paese se la porti via.

È stata una bella vacanza, no?
Sì, sì, ci siamo divertiti.
Sì ma, magari adesso troviamo una cura no? Cioè, sentiamo qualcuno, un altro medico.
Comunque guarda che adesso glielo devi dire, perché se lo scopron da soli è anche peggio.
Lo so, ho già chiamato. Domattina vengono con il primo traghetto e glielo dico.
Adesso andiamo perché devi riposarti, lo ha detto il medico. Ci vediamo domani.
A domani… Hey, patti chiari eh? Abbiamo ancora 10 giorni di vacanza e me li voglio godere tutti!

Il regista, con la sua pellicola, tende a rappresentare stereotipi diversi di famiglie approfondendo tematiche che, spesso, funestano gli equilibri intrinseci dei singoli nuclei, omaggiando in modo del tutto autoreferenziale le sue vecchie opere e restituendo al vecchio e affezionato pubblico del trio comico alcune immagini che negli anni hanno guadagnato una certa rilevanza, riproponendo un linguaggio vecchio e già rodato all’interno di una trama attuale. L’odio dell’estate, viene turbato da un altro sentimento, ovvero l’amore, un termine ricercato nel profondo del suo significato, anche stavolta – come tanti anni fa – durante una sfida a pallone, tra i granelli di sabbia.

Ecco, se c’è una cosa che odio dell’estate è proprio questa, che prima o poi finisce. Però, questa estate, mi sa che almeno ho capito una cosa importante e cioè, che le cose brutte, ma anche quelle brutte brutte, se non sei da solo, fanno meno paura.

Che vi avevo detto? L’importante è scegliersi le persone giuste e io in questo, modestamente, sono un campione. E non solo in questo. Perché forse ancora non l’avete capito ma… state parlando con il campione mondiale del Mondo del Massachusetts!”


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· Enzo Ganci · Editoriali

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