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L’Immortale (2019)

| Domenico Prestifilippo | Andiamo al cinema

Film di genere drammatico-thriller del 2019, durata 115 minuti, diretto da Marco D’AMORE, co-prodotto da Cattleya e da Vision Distribution, distribuito da Vision Distribution, con Marco D’Amore, Salvatore D’Onofrio, Giuseppe Aiello, Giovanni Vastarella, Marianna Robustelli, Gennaro di Colandrea e Nello Moscia. Esordio alla regia per Marco D’Amore, nonché attore protagonista dell’opera, che tende a mostrare sul grande schermo la genesi del personaggio Ciro Di Marzio di Gomorra – La Serie, da lui interpretato, fino a giustificare l’assenza del criminale napoletano nell’ultima stagione diretta da Stefano Sollima, in seguito alla presunta morte, dopo la sopravvivenza ampiamente preannunciata dal trailer.

La pellicola inizia da dove tutto ebbe fine: l’uscita di scena di Ciro Di Marzio nell’ultimo episodio della 3a stagione di Gomorra – La Serie.
A Napoli, sul mare. Sullo yacht presenti Ciro Di Marzio, tra le braccia di Genny Savastano – Salvatore Esposito – un momento prima che Enzo “Sangue Blu” costringesse il boss di Secondigliano ad ucciderlo. Il colpo di pistola sul petto, gettato in mare e poi recuperato e trasportato d’urgenza in ospedale: ebbene, Ciro è ancora vivo.
E allora è o’ver chell ca si ric. L’Immortale nun l’accir nisciun!

Il film, in chiave futura, alterna passato e presente, attraverso un ritmo sempre più crescente di flashback, partendo dal terribile evento storiografico che colpì la città di Napoli – il “Terremoto dell’Irpinia” – il 23 novembre del 1980, scavando tra le macerie del passato, proprio come i Vigili del Fuoco, secondo la trama, scavarono tra le macerie per tirar fuori l’infante Ciro, miracolosamente sopravvissuto dopo il crollo di uno stabile in seguito al sisma, tra le fredde braccia della madre.
Quann' ero piccirill' e stevo all'orfanotrofio, lo sai che mi dicevano le suore? 'O terramot' è vuler' 'e Dio, fa ben' alla terra, comm' quann' na persona sta mal', e accumula, accumula finché o s' libera e sfoga, o mor'! Pecciò 'o terramot' è 'na cosa bona!

L’Immortale,dunque, è costretto a sopravvivere e a sopportare ancora i ricordi che tormentano la sua anima, descritti durante il percorso della serie tv. Questa volta, dopo l’esperienza estera in Bulgaria, ripartirà dalla Lettonia e, grazie ad un canale di don Aniello – Nello Moscia – con la mafia russa, avrà l’opportunità di ricominciare una nuova vita: giacca in pelle, capo chino, sigaretta alla bocca e occhiali da sole che rievocano quel “sintomatico mistero” tanto decantato da Franco Battiato (Bandiera bianca, 1981). Nella capitale lettone, l’Immortale ritroverà delle vecchie conoscenze, che suggeriranno al protagonista aneddoti circa il suo passato, si dalla sua adolescenza.
Buongiorno don Ciro, don Aniello m’ha mannat’ pe’  vi pijà.

È dall’orfanotrofio che inizia per il piccolo Ciro – Giuseppe Aiello - la parabola ascendente verso la criminalità organizzata, quando insieme a Bruno – Giovanni Vastarella – padre putativo del futuro criminale, insieme agli altri orfani comincia ad intraprendere la strada del furto, rubando le candele ad un meccanico per sfruttare la ceramica da scagliare contro i vetri delle auto e rubare le autoradio – mero riferimento, considerato il periodo rappresentato, alla scena cult di Ragazzi Fuori (M. Risi, 1990) con King Kong (Salvatore Termini) che ne lancia un frammento sul finestrino di un auto in prossimità del teatro Massimo di Palermo – effettuando il suo ingresso nel contrabbando di sigarette, fino a testare la dimensione camorristica, ancor prima di conoscere don Pietro Savastano (Fortunato Cellino in Gomorra – La Serie).
So stat’ brav o’Brù?
Si stat’brav Cirù.

Un’importante tematica che D’Amore cerca di sviluppare, è quello dell’insediamento delle mafie italiane all’estero, in conflitto spesso con i fenomeni criminali autoctoni: una realtà che conosce fin troppo bene Ciro Di Marzio, costretto, anche stavolta, a dover fare una scelta ben precisa.
A me non interessano le vostre guerre. Io sono un broker, consegno la cocaina.
Per fare il broker devi rimanere vivo…devi riflettere se collaborare con loro.

Nel frattempo, Ciro, inaugurerà un nuovo ciclo della sua carriera da criminale, con una nuova paranza, ricevendo notizie da Napoli e sulle condizioni del “fratello” Genny Savastano, fino a far i conti, ancora una volta, col proprio passato.
Ije a nu frat’ nun ci aviss’ mai sparat’.
Je l’agg’ chiest’ ije”.

Tanti i colpi di scena nella prima opera di Marco D’Amore, la quale funge esplicitamente da tramite tra l’ultima stagione di Gomorra, la 4a, con quella in uscita, prevista nel 2021, attraverso la rappresentazione cinematografica di aneddoti, ad oggi, finalmente svelati ai fan della serie tv, partendo dalla genesi del soldato fidato di don Pietro. Tuttavia, è ispirandosi proprio a “La Genesi” biblica che, il regista – interprete del personaggio Ciro, mai redento – stacca una “costa” dalla serie tv realizzando un ottimo spin-off – debellando qualsiasi sensazione nostalgica dalla produzione di Sky, mantenendo fotografia e sceneggiatura – proprio come fece Dio quando, dal costato del Primo uomo, estrasse una costa per creare Eva.
Che r’è tien’ paura Brù? Ma comm’? Mi l’hai m’barat’ tu: nun dev’ tené paur’ e’ nient, manc’ e murì. Ma tu nunn’ o’saje ch vuò’ rì’, ma io sì. Pecchè so’ mort’ già!

 


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· Enzo Ganci · Editoriali

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