Film di genere commedia del 2019, durata 93 minuti, diretto da Giulio MANFREDONIA, prodotto da Wildside, Fandango e Vision Distribution, in collaborazione con Sky e TIMVISION e distribuito da Vision Distribution, con Antonio Albanese, Caterina Shulha e Gianfelice Imparato. Il film, compone la trilogia del noto personaggio politico Cetto La Qualunque, interpretato da Antonio Albanese, ritornando sul grande schermo dopo Qualunquemente e Tutto tutto niente niente (G. Manfredonia, 2011 e 2012).
Il titolo dell’opera, stabilisce la posizione del rozzo protagonista, il quale manifesta ancora una volta l’intenzione di non sottrarsi al proprio dovere, laddove venisse chiamato in causa.
La Qualunque, “da due settimane e cinque anni” in terra germanica e, avendo abbandonato “il bel Paese” con annessa politica, ha ricominciato una nuova vita avviando una serie di ristoranti, al fianco della bellissima Petra – interpretata da Caterina Shulha, la Linda de L’uomo del labirinto (D. Carrisi, 2019) – una ragazza bionda e raffinata proveniente dalla borghesia che ha già dato alla luce il frutto del loro amore, mantenendo un tenore di vita agiato.
“Insommamente, sono un uomo appagato, in contanti...viva la Germania e n’to culu all’Italia.”
A guastare i suoi piani, le critiche condizioni di zia Annunziata – Aurora Quattrocchi, Mamma di Valentino in Nati stanchi (D. Tambasco, 2002) – che costringono Cetto a fare ritorno a Marina di Sopra – sulla cartina geografica Santa Trada di Cannitello, frazione di Villa San Giovanni (RC) – per dare l’estremo saluto alla congiunta.
“Al Paese, biondo, non mi fanno tornare.”
Una volta giunto al capezzale, tra sacerdote e parenti riuniti in preghiera, il protagonista riceve da zia Annunziata una cruda verità, riguardante la vera identità del padre, sconvolgendo nuovamente la sua vita e costringendolo a restare in Italia.
“Cetto, tu sei figlio dell’amore, ma anche figlio di un principe.”
“Ma anche figgi di buttana, eh!”
Marina di Sopra, nel frattempo, è cambiata. La cittadina è divenuta l’esempio delle città moderne, tra ecosostenibilità, carfree e piste ciclabili, grazie al nuovo primo cittadino, il figlio Melo – Davide Giordano – assuefatto dalla tecnologia e dai social. Anche gli amici di una volta, un tempo criminali, oggi passano le loro giornate alla bocciofila del paese, come degli anziani. Per non parlare dell’ex moglie Carmen – interpretata da Lorenza Indovina – affranta e rinchiusa in un convento di suore su un’isola.
“Sono Cetto, il marito di Carmen.”
“Ma suor Carmen è sposata con Gesù!”
“Quello è il secondo, io sono il primo marito”
Tuttavia, in seguito alla scoperta, l’ex politico, ormai sovranista, condizionato dal pensiero sporco della democrazia e dai mutamenti sociali, culturali e urbanistici del suo paesino, comincia a nutrire dentro di sé la necessità del ritorno alla monarchia. È qui che entra in gioco il cavalier Venanzio – Gianfelice Imparato, il deputato Gaetano Nobile della serie tv 1992 – il quale convince La Qualunque a prepararsi al ritorno della monarchia in Italia.
“Voi potreste essere un monarca assolutista.”
“Assolutissimamente!”
Il cavaliere, ritenendolo un leader perfetto per guidare l’intero Stato, decide di rendergli una nuova dimora, un frate francescano per le preghiere mattutine, lezioni di Bon Ton e di Scherma, tra sveglie di cannoni, the raffinati, squilli di tromba, partite di Burraco e tanti inganni.
“Viva la monarchia, n’to culu a Cavour”
Se il linguaggio della sceneggiatura, nella trilogia, resta analogo, costumi e scenografie della nuova pellicola – che offre un cameo al cantante Guè Pequeno in un featuring con Antonio Albanese nella colonna sonora Io Sono il Re – ritornano alla configurazione del primo film, Qualunquemente, a differenza dei toni enfatizzante utilizzati in Tutto tutto niente niente, affrontando tematiche attuali, attraverso la concezione che l’Italia non riserva alcuna possibilità a coloro i quali decidono di dare una svolta alla propria vita, introducendo l’innovazione tecnologica dei social media e social network oggi, in politica, ritenuti strumenti validi e con il sovranismo che funge da unica alternativa alla democrazia.
“Gli italiani hanno perso la fiducia nella politica, nella democrazia. E noi, gli offriamo la monarchia: la minchiata giusta al momento giusto”.
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