New York. Central Park in pieno giorno. Improvvisamente e senza alcun preavviso, le persone iniziano a suicidarsi in preda a un evidente stato confusionale. Il fenomeno inizia a diffondersi rapidamente per tutta la città. Si teme subito per un attacco batteriologico di matrice terroristica, ma nulla confermerà l'ipotesi. L'insegnante di scienze Elliot Moore (Mark Wahlberg) di Filadelfia viene a conoscenza della situazione e decide di fuggire con la compagna Alma (Zooey Deschanel) e qualche amico.
La meta è imprecisata. Semplicemente si fugge da un nemico invisibile e impalpabile. Il gruppo sarà costretto a fermarsi in una zona di campagna. Si dividerà e una parte di loro andrà incontro al suicidio. Elliot, insieme alla moglie e una bambina, giungeranno in un casolare dove verranno accolti da una vecchia signora (Betty Buckley) che di li a poco darà gravi segni di squilibrio. Intanto si sospetta che l'attacco provenga dalle piante, le quali stanno reagendo difendendosi dalle continue aggressioni da parte della nostra civiltà.
Manoj Night Shyamalan, il regista di origini indiane del film in questione, è di certo uno degli autori più interessanti del panorama contemporaneo. In questo caso decide di cambiare registro rispetto ad alcuni suoi capolavori precedenti (Il Sesto senso, 1999; Unbreakable, 2000; The Village, 2004 tanto per fare qualche esempio) e tenta la strada del thriller catastrofico.
Chi ha imparato a conoscere Shyamalan sa quali siano le cifre stilistiche del suo cinema: una costruzione sapiente e maniacale delle sceneggiature e soprattutto una regia attenta al disvelamento graduale degli elementi ispirata alle opere del grande Alfred Hitchcock, suo indubbio punto di riferimento (Io ti salverò, 1945; L'altro uomo, 1951; La donna che visse due volte, 1958). Con Hitchcock egli condivide anche un uso magniloquente della colonna sonora e un certo gusto per lo "shock" finale, spesso raggiunto tramite un programmatico ribaltamento del punto di vista dello spettatore. Stavolta, però, i meccanismi già rodati del suo cinema vengono meno per una costruzione che, almeno da un punto di vista narrativo e registico, appaiono più "classici". Questo ovviamente solo sulla carta; il tocco di Shyamalan infatti è decisamente evidente e, pur allontanandosi da certi schemi, egli non tradisce l'essenza del suo excursus cinematografico.
Tutto questo si percepisce dal modo in cui l'argomento è stato affrontato. Shyamalan non sembra interessato alla spettacolarità ma a sottolineare lo smarrimento dei sopravvissuti. Il nemico è invisibile ma spietato; non attacca frontalmente ma si insinua lasciandosi... respirare. Non ricordo molti casi di cinematografia recente (parlo degli ultimi dieci anni) in cui si è avuto il coraggio di cimentarsi con la presenza/assenza di un pericolo per l'umanità non immediatamente identificabile; qui si parla di una minaccia che non si vede, che non diviene pretesto per un'esibizione dell'ingegno umano e dei mezzi tecnologici di cui disponiamo. Non sarà un film perfetto certo: la sceneggiatura ha delle lacune e alcuni personaggi non appaiono ben caratterizzati; inoltre alcuni dialoghi sembrano stemperare eccessivamente la tensione. Ma è comunque un'opera in grado di fotografare bene il presente e le nostre paure - spesso artificiali e costruite dai media (o peggio dai governi) - per un attacco dal/del nulla.
GIUDIZIO: 7/10
SITO UFFICIALE: n.p.
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Scheda del film:
Titolo originale: The Happening
Paese: USA/India
Anno: 2008
Durata: 91 min/colore
Genere: horror, fantascienza, drammatico
Regia: M.N.Shyamalan
Sceneggiatura: M. Night Shyamalan
Produttore: Barry Mendel, Sam Mercer, M.N.Shyamalan
Distribuzione (Italia) 20th Century Fox
Fotografia: Tak Fujimoto
Montaggio: Conrad Buff IV
Musiche: James Newton Howard
Scenografia: Jeannine Claudia Oppewall
Interpreti e Personaggi:
Mark Wahlberg: Elliot Moore
Zooey Deschanel: Alma Moore
John Leguizamo: Julian
Ashlyn Sanchez: Jess
Betty Buckley: Mrs. Jones