Walt Kowalski (Clint Eastwood) è un vecchio reduce della guerra in Corea. Successivamente si è spezzato la schiena per molti anni lavorando alla Ford. Oggi è vedovo e vive solo in una casetta di un quartiere quasi totalmente "invaso" da stranieri, soprattutto coreani. Walt ha pochissimi amici. Uno di questi, il più fidato, è l'amato cane. I figli invece sembrano pensare solo a sistemarlo in una pensione e assicurarsi l'eredità. L'altro grande amore e consolazione di Walt è una meravigliosa Ford Gran Torino sistemata in garage.
Walt si ritrova, suo malgrado, a prendere le difese del giovane coreano Thao (Bee Vang), vessato da una gang orientale locale. Il suo intervento provocherà la gratitudine e l'avvicinamento della famiglia del ragazzo. Inizialmente riluttante - troppo carico d'odio verso gli stranieri - Walt si ritroverà però a stringere con i familiari di Thao un rapporto di grande rispetto e amicizia, che lo porterà a scagliarsi pericolosamente contro la gang che continua ostinata a minacciare i suoi nuovi amici.
Clint Eastwood ci ha ormai abituati così bene che passa quasi come "cosa normale" assistere al suo ennesimo capolavoro. Cerchiamo però di non perdere il gusto dello stupore nell'apprezzare un autore in grado di servirsi del cinema per raccontare storie piccole piccole che vanno sempre a scavare nell'animo umano. In questa sua capacità quasi "psicoanalitica" di delineare caratteri credibilissimi e "veri", Eastwood è praticamente unico.
Il personaggio di Walt si presenta come una summa dei caratteri visitati da Eastwood nelle sue numerose interpretazioni. Nonostante questo, i rischi di deja-vu sono scongiurati dalla bravura dell'attore/regista. Come sempre la pellicola è intrisa di una grande malinconia e un'amarezza di fondo, tratti imprescindibili del suo modo di scrivere e fare cinema; si pensi a Cacciatore bianco cuore nero, 1990; Gli spietati, 1992; Un mondo perfetto, 1993; Million dollar baby, 2004 (ma gli esempi potrebbero continuare). Stavolta, però, Eastwood preme l'acceleratore su temi che ne rivelano la grande attenzione per la dimensione socio/politica, sebbene sempre in ombra rispetto al continuo scavo psicologico e alla dimensione intimista di cui già si è parlato. Essi sono l'intolleranza e la violenza. Temi di grande attualità e, ovviamente, di difficile risolvibilità. Connaturati forse, sembra suggerirci il vecchio Clint, alla natura stessa dell'animo umano.
Come spesso capita nel caso di autori istintivamente "arrabbiati", arriva una fase - nella tarda maturità - in cui gli animi si stemperano per fare posto a un'attenzione maggiore verso i moti dell'animo. Nel caso di Clint questo fisiologico slittamento verso l'intimismo (che inizia a mio avviso con I Ponti di Madison County, 1995) non perde di vista l'anelito a edificare un mondo più giusto (per certi versi più autentico) per il quale combattere e, nel caso fosse necessario, anche morire. In Walt Kowalski - suo perfetto alter ego - si avverte distintamente una grande disillusione; ogni suo movimento, ogni sguardo, ogni battuta denuncia l'enorme delusione per il "sogno americano" favoloso quanto fasullo. Eppure nel suo rimettersi in gioco (e in... guerra) Walt rivela anche una fiamma inestinguibile, segno distintivo dell'attaccamento a valori eterni che vivono a prescindere dalla loro realizzabilità e realizzazione. Grande Clint.
GIUDIZIO: 9,5/10
SITO UFFICIALE: thegrantorino.com
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Trailer
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Scheda del film:
Titolo originale: Gran Torino
Lingua originale: inglese
Paese: USA
Anno: 2008
Durata: 116 min/colore
Genere: drammatico
Regia: Clint Eastwood
Soggetto: Nick Schenk, Dave Johannson
Sceneggiatura: Nick Schenk
Produttore: Clint Eastwood, Bill Gerber, Robert Lorenz
Produttore esecutivo: Jenette Kahn, Tim Moore, Adam Richman
Casa di produzione: Double Nickel Entertainment, Gerber Pictures, Malpaso Productions, Village Roadshow Pictures, Warner Bros.
Distribuzione (Italia): Warner Bros.
Montaggio: Joel Cox
Musiche: Clint Eastwood, Kyle Eastwood, Michael Stevens
Scenografia: James J. Murakami
Trucco: Kimberly Jones, Tania McComas
Interpreti e Personaggi:
Clint Eastwood: Walt Kowalski
Bee Vang: Thao
Ahney Her: Sue Lor
Cory Hardrict: Duke
Christopher Carley: Padre Janovich
John Carroll Lynch: Martin, il barbiere
Candidature e Premi:
2 National Board of Review Awards 2008: miglior attore (Clint Eastwood) e miglior sceneggiatura originale;
David di Donatello 2009: miglior film straniero;
Nastri d'argento 2009: miglior film extraeuropeo;
Ciak d'oro: miglior film straniero;
Premi César 2010: miglior film straniero.
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