La Luna ci ha salvati! Infatti è nella sua faccia nascosta che si trovano i giacimenti per l'estrazione di una forma pulita e non inquinante di energia utilizzata sul nostro pianeta. A controllare il lavoro c'è solo il buon Sam (l’ottimo Sam Rockwell), in scadenza triennale come da contratto e comprensibilmente desideroso di farla finita con il lavoro e tornare alle donne della sua vita: la moglie e la figlioletta. Sam è affiancato da un super computer, GERTY, dotato di braccio meccanico e display con emoticons a sottolinearne gli... "stati d'animo".
Un incidente è all'origine della tragedia che fa da leitmotiv di tutto il film: Sam scopre infatti di non essere l'unico... Sam nella base. Dato per spacciato da GERTY, in seguito ad un incidente sul suolo lunare, viene sostituito da un altro se stesso - un perfetto clone - che dovrà iniziare da dove il Sam precedente aveva interrotto per altri 3 anni di routine. La situazione precipita quando i due si incontrano e realizzano la loro condizione e il triste destino di "smantellamento".
Gli autori che si cimentano con il genere fantascientifico devono trovarsi di certo dinanzi ad un enorme, affascinante - ma anche spaventoso - monolite. Diversamente da quello di 2001: Odissea nello spazio (1968), che dettava alle scimmie un codice comportamentale, esso mostra agli autori un universo poliedrico costituito da stimoli letterari, cinematografici e artistici, passando per i quali è impossibile non incorrere nella citazione.
Ci sono registi e sceneggiatori, però, che attraversano indenni il confronto con il monolite e partoriscono opere vincenti. Quasi sempre tali autori evitano di cercare le vie dell'originalità a tutti i costi (impossibile per definizione) e scelgono la strada della citazione colta, intelligente, devota e soprattutto funzionale. Uno di questi che mi viene subito in mente è Rob Zombie, la cui opera però è più incentrata sul recupero di certo gusto horror prodotto negli USA a cavallo tra i settanta e gli ottanta. Un altro è sicuramente il regista di Moon, il bravo e sorprendente Duncan Jones, il quale dimostra l'assioma più semplice del mondo: le idee valide non necessitano di grandi budget e giochi pirotecnici per raggiungere le menti e le coscienze. Il segreto probabilmente è racchiuso nell'avere egli considerato il genere (con tutte le figure retoriche del caso) come un mezzo e non un fine, e nell'avere puntato sull'umanità del personaggio chiave.
Le migliori opere di fantascienza della storia del cinema sono quelle in cui la vastità del cosmo altro non è che un varco per arrivare alla definizione di una dimensione quantomai intima dell'umano. Pensate a Blade Runner (1982) o a Dark Star (1974), A Solaris (1972) o a Alien (1979). O ancora a un film d'animazione giapponese come Ghost in the Shell (1995). Capisaldi del genere fantascientifico insomma che verrebbero però vanificati e banalizzati se dall'impianto narrativo e strutturale venissero omesse le riflessioni sulla condizione umana, su problemi antichi quanto l'uomo come l'identità o la coscienza di esistere. Tutti questi elementi vengono ripresi a piene mani da Jones, il quale affronta senza timore il peso dei classici e li rivede compiendo una sintesi impressionante per rigore e qualità. Insomma un piccolo gioiello di cinema vecchio stampo.
GIUDIZIO: 9/10
SITO UFFICIALE: sonyclassics.com/moon
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Scheda del film:
Titolo originale: Moon
Paese: Regno Unito
Anno: 2009
Durata: 97 min/colore
Audio: sonoro
Genere: fantascienza, thriller
Regia: Duncan Jones
Soggetto: Duncan Jones
Sceneggiatura: Nathan Parker
Produttore: Stuart Fenegan, Trudie Styler
Casa di produzione: Liberty Films UK, Lunar Industries, Xingu Films
Distribuzione (Italia): Sony Pictures
Fotografia: Gary Shaw
Montaggio: Nicolas Gaster
Effetti speciali: Cinesite, Visual Effects Company
Musiche: Clint Mansell
Scenografia: Tony Noble
Costumi: Jane Petrie
Interpreti e Personaggi:
Sam Rockwell: Sam Bell
Dominique McElligott: Tess Bell
Kaya Scodelario: Eve Bell
Matt Berry: Overmeyers
Benedict Wong: Thompson
Candidature e Premi:
National Board of Review Awards 2009: miglior regista esordiente
British Independent Film Awards 2009: miglior film
Seattle International Film Festival 2009: miglior attore (Sam Rockwell)
Paese: Regno Unito
Anno: 2009
Durata: 97 min/colore
Audio: sonoro
Genere: fantascienza, thriller
Regia: Duncan Jones
Soggetto: Duncan Jones
Sceneggiatura: Nathan Parker
Produttore: Stuart Fenegan, Trudie Styler
Casa di produzione: Liberty Films UK, Lunar Industries, Xingu Films
Distribuzione (Italia): Sony Pictures
Fotografia: Gary Shaw
Montaggio: Nicolas Gaster
Effetti speciali: Cinesite, Visual Effects Company
Musiche: Clint Mansell
Scenografia: Tony Noble
Costumi: Jane Petrie
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