Antonino Franzoni, un eroe dimenticato

Combattente in Libia ed Abissinia, morì da capitano nel 1936

MONREALE, 29 gennaio - Come tutti sappiamo, la nostra Monreale oltre ad essere conosciuta in tutto il mondo per il suo straordinario patrimonio monumentale ed artistico, è anche una città che, nel corso della sua secolare storia, ha dato i natali a tante illustri personalità.

A fianco di uomini del passato di indiscusso valore come Antonio Veneziano, Pietro Novelli, Vincenzo Miceli, Benedetto D'Acquisto e molti altri ancora, è doveroso rendere omaggio ai numerosi personaggi che, in vari campi ed in epoche diverse, hanno reso onore e dato lustro a Monreale: e fra questi ci sono anche coloro che purtroppo sono stati (e continuano ad essere) relegati nell'oblio.

Tra i tanti "illustri dimenticati", certamente merita particolare attenzione Antonino Franzoni: nato a Monreale nel 1889, entra in giovane età nell'Esercito e, appena ventenne, viene assegnato quale "allievo sottufficiale" a vari reggimenti del reparto fanteria, prendendo parte alla guerra italo-turca, (nota pure come "campagna di Libia"), combattuta dal 29 settembre 1911 al 18 ottobre 1912 fra il Regno d'Italia e l'Impero Ottomano per il possesso delle regioni nordafricane della Tripolitania e della Cirenaica.

Nel 1912, dopo aver acquisito la promozione a sergente maggiore, chiede ed ottiene di entrare a far parte del glorioso Corpo dei Bersaglieri.

Allo scoppio della "grande guerra" (1915-1918), Franzoni decide senza indugio di seguire il corso per conseguire la qualifica di "aspirante ufficiale" e quindi, in prima nomina, viene destinato al 9° reggimento.

Mentre è ancora in corso il primo conflitto mondiale, consegue il grado di tenente (1917) e successivamente quello di capitano (1918); terminata la guerra, tuttavia, la sua carriera militare si interrompe: viene infatti collocato in aspettativa.

Ma, a distanza di diversi anni, Franzoni sente l'esigenza di riprendere ad impegnarsi attivamente nell'Esercito: e così, nel 1935, ottiene su sua richiesta l'inquadramento nel 3° reggimento dei Bersaglieri e parte con i suoi commilitoni per l'Africa Orientale, partecipando da ufficiale alla "guerra d'Etiopia" (comunemente conosciuta anche come "seconda guerra italo-etiope" o "guerra d'Abissinia"), condotta a partire dall'ottobre di quell'anno dal Regno d'Italia contro lo Stato sovrano dell'Impero di Etiopia.

Anche nelle operazioni belliche in terra africana, Franzoni si distingue per il suo ardimentoso coraggio: ma nel febbraio del 1936, durante la dura e cruenta battaglia che si svolge nella zona di Enderta - le perdite subite dagli Abissini ammontarono, tra morti e feriti, ad oltre 20.000 uomini - il capitano Franzoni, mentre era alla guida della sua compagnia, viene ferito a morte in uno scontro all'arma bianca con le milizie abissine.

Nella Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia del 27 aprile 1937 il Ministero della Guerra fa pubblicare il decreto con cui gli viene conferita "alla memoria" la medaglia d'oro al valor militare. Questo è il testo integrale della motivazione:

"Comandante in una compagnia lanciata all'attacco di una forte posizione avversaria, mentre, con grande sprezzo di ogni personale pericolo e serena energia, si prodigava a sistemare opportunamente il proprio reparto sulla posizione raggiunta, ad un improvviso e furioso contrattacco, per incitare alla lotta i suoi bersaglieri, s'impegnava in un ardito corpo a corpo, sino a che cadeva ucciso da un colpo di scimitarra al capo, fra gli stessi nemici che gli giacevano esanimi d'intorno. Fulgido esempio di elette virtù militari – Alture di Belesat - Amba Aradam, 15 febbraio 1936-XIV".

L'amministrazione comunale di Monreale gli ha dedicato una delle strade della borgata di San Martino delle Scale: peccato, però, che in tale via non vi sia oggi alcuna insegna che riporti il nome di Antonino Franzoni, coraggioso e generoso "eroe dimenticato".