Ignazio Vaglica, il dipendente comunale con la passione dello sport e l’impegno sindacale

Per tanti anni ha lavorato all’Asilo comunale, il ricordo a dieci anni dalla scomparsa

MONREALE, 2 febbraio – Dieci anni fa, nel giorno della ricorrenza della candelora, all’età di cinquantanove anni ci lasciava Ignazio Vaglica, più conosciuto con il diminutivo di Ino, dipendente comunale di Monreale, grande appassionato di sport che praticava con assidua e partecipata passione e sindacalista nelle fila della CGIL, quale rappresentate dei lavoratori.

Un malore improvviso e inaspettato lo sottraeva agli affetti familiari, di amici e colleghi che lo stimavano e gli volevano bene. La famiglia, il lavoro, lo sport e l’impegno sindacale le sue principali attività che svolgeva con impegno e senso del dovere. Proverbiali i suoi interventi nelle riunioni con i lavoratori che egli rappresentava e difendeva con accorata partecipazione.
Ci piace ricordare la pacatezza dei suoi pensieri che sapeva esprimere con convinta fermezza e una dialettica non comune. Egli trovava sempre la maniera di dialogare e confrontarsi con la controparte rivendicando le ragioni e i diritti dei lavoratori.
Da giovane aveva lavorato prima in Germania e poi in Belgio, ma il richiamo della propria terra e l’attaccamento alle proprie radici lo avevano fatto desistere.
Tornato a casa aveva lavorato come operaio in una ditta di impianti di riscaldamento.
Da ragazzo aveva frequentato la palestra di lotta greco – romana “La Federale” - oggi sede del Piccolo Teatro - del maestro Totino Pirrotta, divenuto nel tempo presidente del Comitato Regionale della Federazione Italiana Judo, Lotta Karate – Arti Marziali, pratica che riprenderà negli anni successivi a Monreale.
Insieme agli amici Enzo Massaro e Michele Palazzo entrambi scomparsi prematuramente, praticava la corsa amatoriale, invitando tanti appassionati sportivi a seguirlo tra pinete e colline del nostro circondario.

Altra grande passione è stata la militanza nell’allora partito comunista tramandata dal padre Giuseppe Vaglica assiduo frequentatore insieme a Giovanni Schimmenti e altri, della sede della Camera del Lavoro di Chiasso Cavallaro a Monreale.
La frequentazione di personaggi di spicco della politica locale, quale Mimmo Drago e la moglie Maria Cimino, l’amico Franco Noto - figlio del professore universitario Antonino Noto ne avevano plasmato il pensiero politico e favorito la partecipazione attiva.
Durante gli anni della contestazione studentesca, egli appena diciottenne volle ascoltare le istanze “rivoluzionarie” frequentando con misurato impegno quei movimenti studenteschi attivi nelle università della città di Palermo.
Nei giorni immediatamente successivi al terremoto del gennaio del 1968 nel Belice si rese disponibile nella squadra di volontari intervenendo in soccorso delle popolazioni colpite dal violento sisma, su iniziativa della Parrocchia del Carmine.
Esperienza che lo aveva segnato profondamente per aver vissuto e condiviso la sofferenza e il dolore dei sopravvissuti ad un evento tra i più drammatici della storia d’Italia.
Legato ai valori della famiglia e ai principi di fratellanza tra gli uomini, egli dedicava il suo tempo e i suoi sacrifici alla famiglia e alle tre figlie che aveva condotto allo studio e alla laurea e alla buona e sana educazione. Egli stesso, forse per dare un ulteriore stimolo ed esempio, aveva trovato il tempo per lo studio conciliandolo con il lavoro, riuscendo a laurearsi in Scienze Politiche.
Negli ultimi anni della sua esistenza si era dedicato alla scrittura di un saggio autobiografico, che ha per tema la sofferenza e le strategie per limitarne gli effetti, frutto di riflessioni filosofiche e di pratiche di medicina alternativa.
Una vita dedicata alla famiglia e al lavoro, contraddistinta dal rispetto per gli altri, condotta con garbo e generosità, interrotta una fredda notte di febbraio, fermando il cuore di un combattente e con esso i sogni e le speranze di un uomo, un padre di famiglia, un amico, un collega stimato, il cui ricordo appare doveroso e giusto.