Francesco Baronio Manfredi tra i reclusi delle carceri dello Steri

Pubblicato sull’argomento un interessantissimo libro dal titolo “Parole Prigioniere”

PALERMO, 24 dicembre - Il 4 dicembre scorso è stato pubblicato il volume Parole Prigioniere. I graffiti delle carceri del Santo Uffizio di Palermo a cura di Giovanna Fiume e Mercedes Garcia Arenal (Istituto Poligrafico Europeo, 2018)

Il testo raccoglie i saggi di diversi studiosi ed esperti di diversi settori disciplinari che, riuniti a Palermo da Giovanna Fiume, spiegano i disegni e le scritte lasciate dai prigionieri sulle pareti dello Steri, sede del tribunale dell’Inquisizione di Sicilia dal 1600 al 1782.
Da Adriano Prosperi, massimo esperto di storia dell’Inquisizione fino a Mercedes García Arenal, studiosa spagnola di storia sociale, passando per i teologi palermitani Pietro Sorci e Mario Torcivia, e lo spagnolo Antonio Castillo Gómez, il libro offre un viaggio tra le celle del carcere inquisitoriale, spiegandone la vita, le atrocità e il funzionamento.
Fra i prigionieri dello Steri troviamo anche il monrealese Francesco Baronio Manfredi, membro della compagnia di Gesù, professore di retorica, grammatica e latino, arrestato dal tribunale dell’Inquisizione nel 1647. È la studiosa palermitana Valeria La Motta a ricostruirne la vicenda in un saggio che apre il sipario sulla Monreale del Seicento e i suoi stretti legami politico istituzionali con la vicina città di Palermo.


Tra Monreale e Palermo, infatti, si muovono inquisitori, vescovi, ministri e ufficiali spagnoli. Le cariche vengono spesso interscambiate e le politiche sono spesso condivise. Monreale e Palermo formano all’epoca un polo di poteri strategici per la politica spagnola. Ed è in quest’ambiente altamente interconnesso che si muove il nostro Francesco Baronio che con i suoi libri e i suoi litigi si configura come uno dei più noti monrealesi del tempo. I suoi libri e manoscritti, infatti, sono oggi conservati non solo presso la Biblioteca Comunale e quella regionale di Palermo, ma anche presso le Biblioteche Nazionali di Spagna di Francia e Germania! Ma perché Baronio finisce nelle carceri inquisitoriali?
Valeria La Motta ricostruisce le ragioni politiche della sua detenzione, dimostrando che Baronio si trova nelle carceri dello Steri non per motivi di fede, ma per ragioni politiche! L’intellettuale monrealese, infatti, viene arrestato nel 1647, pochi giorni dopo la rivolta che a maggio di quell’anno esplode contro il governo spagnolo, colpevole, agli occhi dei palermitani di una dissennata politica economica. Baronio sembra essere altamente coinvolto nella rivolta. Pare sia stato proprio lui a fomentare i capi delle corporazioni a insorgere contro l’amministrazione spagnola. Nel libro dal titolo Palermo Glorioso (1645), pubblicato poco tempo prima della rivolta, Baronio auspica il sorgere di una Repubblica palermitana finalmente libera da quei «scialacquati», termine con cui di certo si riferisce ai ministri spagnoli.


In un contesto in cui mezza Europa era in rivolta e a Napoli era appena stata fondata una Repubblica, frasi di questo genere assumono un altissimo potenziale sovversivo. Ecco perché all’alba del 4 giugno 1647 Baronio viene arrestato e rinchiuso nelle carceri dello Steri. Qui, pare abbia disegnato un gruppo di santi e martiri di diversa dimensione, tutti firmati con la lettera B. Fra essi emerge san Rocco, che dà il nome alla cella (Questa camera si chiama di san Rocco/ Siate devoti). Seguono poi in ordine sparso nella parete san Pietro e Paolo, santa Margherita, santa Eufemia, santa Elisabetta, san Isidoro l’agricoltore, san Sebastiano, santi Cosma e Damiano, san Giorgio, san Matteo, san Giuseppe, san Lorenzo, san Benedetto abate, san Giacomo, san Vito, sant’Alessio, san Gregorio Nazianzeno: un pantheon della cristianità, dunque, scrive La Motta, con tanto di preghiere e laudi in latino.
Ricordiamo infatti che Baronio, seppur dalle opinioni politicamente rivoluzionarie, era un uomo di chiesa. Probabilmente, sostiene Valeria La Motta, Francesco Baronio ha passato il tempo in carcere pregando secondo un preciso calendario liturgico, disegnando giorno per giorno i santi. Dallo Steri, Baronio viene trasferito nella fortezza di Pantelleria e infine a Gaeta dove muore nel 1654.
Il saggio di Valeria La Motta non solo ci regala uno squarcio della Monreale del Seicento ma rende anche giustizia a uno dei monrealesi più famosi del Seicento. Parole prigioniere è in distribuzione nelle principali librerie.