Riceviamo e pubblichiamo...
Gentile Direttore,
come è a tutti noto, domani, 4 novembre ricorre il primo centenario della fine della Grande Guerra e la vittoria dell'Italia sull'Impero Austro-Ungarico e sugli Imperi Centrali. Il 4 novembre 1918 il generale Armando Diaz diramava il famoso bollettino di guerra in cui annunciava la fine delle ostilità e la vittoria dell'esercito italiano sull'esercito austriaco.
La guerra era costata enormi sacrifici ai Paesi belligeranti: più di 20 milioni furono le perdite effettive tra i soldati dei due schieramenti e oltre 7 milioni furono le vittime civili oltre i gravi danni alle strutture e infrastrutture dei territori teatro dei combattimenti nonché all'economia delle regioni.
Tantissime furono le battaglie combattute nei vari fronti: la Somme e la Marna in Francia, Gallipoli in Crimea, Yprès in Belgio dove, per la prima volta vennero impiegati degli ordigni che contenevano gas letali. In Italia vennero combattute ben 9 battaglie sulle sponde del fiume Isonzo che rappresentava l'avamposto avanzato dell'esercito austriaco e che provocarono centinaia di migliaia di morti e feriti tra i soldati italiani.
Anche l'altopiano di Asiago e quello del Carso furono teatro di violenti scontri fra i contendenti, con perdite enormi da entrambi i lati per la conquista di poche centinaia di metri. A questo bisogna aggiungere anche l'inettitudine di alcuni comandanti italiani i quali, per loro personale tornaconto e per una visione strategica ottusa, non esitarono a mandare al massacro migliaia di giovani soldati.
Intere generazioni di giovani vennero cancellate e spesso, per molti di loro, ai familiari non fu neanche possibile piangere il proprio congiunto poiché i cadaveri non vennero mai rinvenuti.
Questi giovani, per le loro famiglie, rappresentavano la speranza del futuro. Si trattava per la maggior parte di ragazzi appartenenti al ceto operaio: artigiani, muratori, contadini, cavatori, che spesso aiutavano i genitori nella conduzione del podere di famiglia o nell'attività del padre.
Ed è appunto per concedere il doveroso omaggio a coloro i quali immolarono le loro giovani vite per il proprio Paese, che l'associazione culturale “Venero Monreale”, di cui faccio parte e che ha, tra i propri scopi sociali, anche la diffusione delle tradizioni storiche, ha effettuato delle ricerche sui giovani coscritti monrealesi che sacrificarono le loro vite per l'ideale della Patria.
E' uscito fuori un elenco di 152 nomi (che alleghiamo), di età compresa fra i 19 e i 30 anni, comprendente pochi ufficiali, qualche sottufficiale e tanti soldati semplici. Fra questi ben 7 decorati al valor militare: 5 medaglie d'argento e 2 medaglie di bronzo. Quattro di questi decorati sono ufficiali e tre sono soldati semplici.
Siamo convinti che la pubblicazione dell'elenco susciterà la curiosità di qualche familiare dei caduti che, se vorrà, potrà contattarci, anche tramite questa testata, per raccontarci storie, episodi o solamente per farci vedere qualche foto del congiunto.
E' intenzione dell'associazione “Venero Monreale” sollecitare l'amministrazione comunale a voler dare il giusto risalto a coloro i quali persero la vita nel conflitto, con l'apposizione di una stele, da collocare presso il monumento ai caduti sito in piazza S. Castrense, che contenga i nomi di tutti i caduti, dando loro il doveroso omaggio per l'estremo sacrificio compiuto.
* componente Consiglio Direttivo Associazione “Venero Monreale”
Guarda l'elenco completo dei caduti monrealesi della Prima Guerra Mondiale