Pino Caracappa, un uomo semplice con la passione per il teatro

Un profilo dell’uomo e dell’artista, a pochi mesi dalla scomparsa. LE FOTO

MONREALE, 29 ottobre – In una società come quella odierna, dove la tendenza imperante è il narcisismo e l’esaltazione delle proprie doti e virtù, la semplicità e la modestia sono valori quasi dimenticati, in via di estinzione.

Pino Caracappa, conosciuto e apprezzato regista teatrale, della semplicità aveva fatto uno stile di vita, una dote personale apprezzata da chi ha avuto il privilegio e il piacere di conoscerlo. Una passione per il teatro, in particolar modo per quello dialettale, che ha coltivato sin dalla giovinezza e per tutta la vita, condivisa con la moglie Lia Basile e i suoi figli.
Con il suo sorriso, la sua cordialità e la sua passione ha fatto avvicinare tanti giovani al mondo del teatro dialettale a Monreale.
Pino Caracappa nacque a Palermo il 15 luglio 1937 ed a soli sedici anni recitò in una commedia dal titolo “La Madonnina del cieco” a San Giuseppe Jato, facendosi notare per la sua disinvolta presenza scenica.

Il giovane Pino ha grandi ambizioni e una sfrenata passione per il ballo e la recita. A metà degli anni ‘50 si recò a Roma per studiare ballo e recitazione al Centro Sperimentale d’Arte, entrando in contatto con l’ambiente del varietà e dello spettacolo e con personaggi del calibro di Gino Landi, Nino Vingelli e il produttore cinematografico Dino De Laurentiis.
Erano anni di grandi produzioni televisive, dell’affermarsi del teatro di rivista e degli spettacoli di varietà ed il giovane promettente Pino Caracappa ebbe la sua grande occasione debuttando come uno dei boys di Wanda Osiris, soprannominata la signora delle scale: celebri le sue discese da scale hollywoodiane, attorniata da giovani ballerini che sceglieva lei stessa.
Negli stessi anni, fecero la loro comparsa le riviste Grand Hotel e Bolero, tra le più lette e conosciute dell’epoca, con il fotoromanzo, tipico racconto per immagini, le cui struggenti e romantiche storie d’amore riscontrarono grande successo tra il pubblico femminile; le preziose sequenze fotografiche che ritraggono il giovane attore, tratte dalla rivista Grand Hotel, custodite gelosamente dalla famiglia, ne testimoniano la partecipazione.
Il servizio militare sospese la sua carriera, allontanandolo dal mondo dell’arte. Ritornato a casa, restò in attesa di riprendere la sua attività artistica, ma come racconta la moglie, la madre nascondeva la corrispondenza che arrivava da Roma per non consentirgli di allontanarsi dalla Sicilia.

Con il passare degli anni, trovatosi una occupazione e una famiglia, coltivò la sua innata dote di attore-regista accostandosi al teatro dialettale di Martoglio, Capuana e altri, che sarà il filone letterario prevalente delle commedie che metterà in scena, riuscendo a coinvolgere tanti giovani in un progetto teatrale che durerà più di trent’anni. Riunì amici e conoscenti con la stessa passione per la recita formando il gruppo teatrale “Kappa” di cui assunse la guida.
L’attività teatrale si svolgeva prevalentemente nei locali messi a disposizione dall’ENAIP, il cui salone delle riunioni si trasformava in teatro. In quest’attività portata avanti con grande passione ebbe accanto la moglie Lia che si occupava dei costumi e del trucco degli attori.
Un nutrito gruppo di giovani si raccolse attorno all’esperto regista in un’esperienza teatrale unica, portata avanti con grande entusiasmo e successo. Pino Caracappa aveva il compito di regista e coordinatore che svolse sempre con il suo tipico sorriso sulle labbra, rendendo facile la caratterizzazione e l’interpretazione dei ruoli, spinto dalla passione per il teatro dialettale di cui divenne un raffinato conoscitore. A ogni loro esibizione il salone si riempiva di spettatori che numerosi accorrevano e apprezzavano questo gruppo di attori bravi e affiatati. Successivamente il gruppo formò un’associazione culturale denominata “Le Forfici”, che rappresentò numerose commedie sia nei locali storici dell’ENAIP, che nelle piazze di Monreale e di molti centri della provincia palermitana.

Tra le commedie rappresentate ricordiamo “L’ARIA DEL CONTINENTE”, del marzo 1977 e “U CONTRA”, entrambe di Nino Martoglio e “E SI CAPITASSI A TIA?” del licatese Nino Di Maria del 1980.
La commedia “DON GESUALDO E LA BALLERINA” di Santi Savarino del 1981con il giovane Paolo La Bruna, agli inizi della sua carriera di attore; la novella di Luigi Pirandello “U PARANINFU” e “LA RAGIONE DEGLI ALTRI”quest’ultima rappresentata il 2 agosto 1987. La commedia che ha avuto maggiore successo e che molti appassionati ancora ricordano è “FIAT VOLUNTAS DEI”, storia d’amore e gelosie del drammaturgo Giuseppe Macrì, capolavoro indiscusso del teatro dialettale considerato un “classico” della tradizione teatrale più volte replicato e riproposto in giro per la provincia di Palermo.
Pino Caracappa in alcune delle commedie citate oltre alla regia ebbe anche il ruolo di attore, come nell’ultima rappresentazione alla Sala della Pace ne “FUMO NEGLI OCCHI” di Faele e Romano.
Negli ultimi anni partecipò attivamente alle iniziative del Centro Aggregativo Anziani di Monreale, insieme alla moglie organizzò il Carnevale del 2014, facendo interpretare ad alcuni anziani il famoso ballo delle sorelle Bandiera.
Nel mese di maggio di quest’anno, Pino Caracappa scompare lasciando un’eredità teatrale e un grande e significativo contributo di crescita umana e culturale.
Questo è il ricordo che di lui serba Paolo La Bruna: “Pino Caracappa, un uomo che conosceva, che viveva e che amava il palcoscenico. Un Maestro che mi ha segnato ed insegnato l'arte di muovere i primi passi sulle tavole di un teatro e lo ha fatto con leggerezza, umiltà ed un grande rispetto per la vita. In un angolo del mio cuore conservo il suo ricordo che non lascerò mai”.