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Don Giuseppe Governanti, anima e guida del quartiere del Carmine

| Enzo Ganci | Ci ricordiamo di loro

Trascorse la sua vita sempre in mezzo ai giovani

MONREALE, 31 maggio – Dicevano che bastavano due domeniche di fila senza frequentare la Messa domenicale per spingere monsignor Governanti ad andare a bussare a casa di quel parrocchiano “indisciplinato” per invitarlo nuovamente ad una presenza più assidua.

“Ultimamente non ti ho visto in chiesa – diceva il sacerdote – che è successo? Ti aspetto domenica, non mancare”. Ingerenze indebite nella vita altrui? Dirà qualcuno. No, un rapporto capillare costruito con ciascuno dei suoi parrocchiani per tenerli tutti vicini sotto la sua guida spirituale. Era anche questo don Giuseppe Governanti, protagonista della vita sociale e religiosa monrealese di qualche decennio fa, quando forse il rapporto fra il parroco ed i fedeli era diverso e fondato su regole più semplici, ma anche più genuine. Nel quartiere del Carmine, per quasi quarant’anni, don Governanti è stato una guida ed un punto di riferimento, soprattutto per i giovani che, a decine, frequentavano la parrocchia.

Nativo di Partinico nel settembre del 1926, fu ordinato sacerdote nel 1948. Si laureò in diritto canonico, ricoprendo l'incarico di vice parroco nella chiesa madre di Partinico. Trasferito a Monreale, per un breve periodo, gli venne affidata la parrocchia di San Castrense per poi essere trasferito, nel 1969, nella parrocchia del Carmine. Un incarico che mantenne fino al 2004 quando, l'allora arcivescovo, Monsignor Cataldo Naro, accettò le sue dimissioni per sopraggiunti limiti di età. Dopo il “pensionamento” si trasferì nella sua Partinico per risiedere nella casa di cura comunale "Canonico Antonio Cataldo" fino alla giorno della sua scomparsa, avvenuta il primo aprile del 2009.

Don Giuseppe Governanti, ricoprì pure per un breve periodo l'incarico di presidente del Tribunale Ecclesiastico. Per tantissimo tempo, invece, fu “Difensore del Vincolo" presso lo stesso Tribunale.
La sua opera più importante, però, la svolse, come detto, in mezzo ai giovani. Per tutti era “u parrinu”, come lo chiamava la gente.

Di lui possiamo dire che ha scritto una pagina importantissima nella storia del quartiere del Carmine di Monreale. Era un punto di riferimento per le famiglie, ma soprattutto per i giovani. Aveva una parola di conforto per tutti ed era visto come il vero cuore pulsante della comunità. Ai giovani ha dedicato la sua vita: era padrino di battesimo o di cresima di un centinaio di persone. La casa canonica era sì un punto di ritrovo per tutti i giovani del quartiere e non, ma era anche un centro di aggregazione. Nel grande salone della casa canonica, sotto gli occhi vigili di Monsignor Governanti, si ritrovavano giovani di ogni estrazione sociale e culturale. I giovani lo hanno sempre ripagato con un affetto smisurato non lasciandolo mai solo anche in momenti difficili della sua vita privata e pastorale.

Fra questi certamente il 1993, quando fu protagonista di un forte scontro anche mediatico con il vescovo di allora, monsignor Salvatore Cassisa, che per un breve periodo lo sospese pure “a divinis”. Un momento in cui tutta la comunità si strinse attorno al proprio parroco, fin quando le incomprensioni con il presule non cessarono.
Il 2 aprile 2009, quando vennero celebrati i suoi funerali nella Chiesa Madre di Partinico, officiati dall’arcivescovo Monsignor Di Cristina, era presente tutto il clero locale, ma soprattutto c’erano un migliaio di persone, a testimonianza dell’affetto che la gente gli aveva sempre riservato.

Sulla “santina” commemorativa, fatta distribuire dalla famiglia, è stampato un epitaffio significativo della sua esistenza: “La sua vita fu testimonianza perenne dell’annunzio evangelico. Instancabile nel suo ministero, fu sempre a servizio del popolo di Dio sostenendolo nella fede con spirito missionario. Mostrò sempre il cuore aperto ai giovani che amò da amico, padre e maestro”.

· Enzo Ganci · Editoriali

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