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Rocco Campanella, letterato e pacifista monrealese

| Enzo Ganci | Ci ricordiamo di loro

Memorabili le sue campagne sull'obiezione di coscienza

MONREALE, 18 gennaio – Rocco Campanella, indimenticato letterato ed insegnante di latino e greco del liceo classico di Monreale, può essere considerato, probabilmente, l'esponente principale della cultura pacifista dell'epoca contemporanea della nostra cittadina.

Chi, come me, ha avuto l'opportunità di conoscerlo personalmente, sa bene, infatti, quale sia stato il suo impegno, costante e pluriennale, volto alla diffusione dei valori della non violenza, dell'obiezione di coscienza, dell'obiezione fiscale.
Rocco Campanella era un uomo mite, che gli anni della guerra avevano molto provato tanto dal punto di vista fisico, che morale. Un uomo che, a prescindere dai valori in cui si crede e dal modo di proporli, ha lasciato certamente una traccia importante, che ancora oggi, a quasi sedici anni dalla sua scomparsa, avvenuta alla fine di gennaio del '99, viene ricordata puntualmente.

Merito della famiglia, che ha istituito una fondazione, intitolata proprio a Rocco Campanella, con cui ogni anno si valorizza il lavoro di studenti meritevoli, particolarmente distintisi proprio nell'ambito della divulgazione della cultura pacifista.
Il professore Campanella va ricordato per essere stato tra i fondatori del liceo classico a Monreale, quando ancora questo non era altro che una succursale del "Vittorio Emanuele", della quale Campanella era fiduciario.

Sono in tanti che ricordano ancora con nostalgia quel periodo, quando "il professore Campanella" rappresentava "il preside", elargendo consigli ai ragazzi che frequentavano l'istituto ed allo stesso tempo distribuendo, soprattutto ai più discoli, qualche bonaria tiratina d'orecchie. Di Rocco Campanella si ricordano le campagne della "non violenza attiva", ispirata al Mahatma Gandhi, così come quelle anti abortiste, legate al suo "Movimento per la Vita".

Era un uomo che credeva nelle cose che faceva e in esse riversava tutte le sue energie.
Il suo profilo biografico dice che nacque a Monreale nel 1921. Come detto, particolarmente pesante per il resto della sua vita, fu l'esperienza della guerra, dalla quale tornò nel 1945, dopo essere stato ospitato da una famiglia Vallese di Eraclea Veneta.
I suoi ultimi anni di vita furono un calvario, soprattutto a causa di una brutta caduta durante una marcia per la pace, per protestare contro i missili di Comiso, che lo costrinse ad una progressiva situazione di paralisi ad un piede.
Di lui si ricorda pure il grande impegno cattolico (fu presidente dell'Azione Cattolica).

Non risparmiò di parlare, di scrivere con la forza della verità ad autorità civili, politiche e religiose sui tanti mali della società.
Spedì circa duemila lettere a preti, vescovi, ponendo il problema della guerra, dell'obiezione fiscale e invitando tutti a rifiutarsi di pagare le tasse per la costruzione delle armi. Anche durante gli anni più cruciali della sofferenza, dal suo letto di dolore continuava a lottare contro i potenti della guerra, a propagandare la difesa popolare non violenta.

Con i soldi della buonuscita e altri risparmi fece costruire una scuola elementare in Tanzania, un Campus Bahaia (scuola dei Pigmei) nello Zaire, contribuì alle spese per l'ampliamento della Chiesa nel Munghese (Zaire), s'interessò molto per i malati di lebbra e interviene dove la sofferenza umana lo chiamava.

Ancora oggi Rocco Campanella può essere considerato un esempio da seguire, soprattutto in una società come la nostra, in cui tanti valori sembrano diventati carta straccia in favore di disvalori ed effimeri falsi miti.

· Enzo Ganci · Editoriali

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