Se ne andò improvvisamente nel luglio del 2003, a soli 63 anni
MONREALE, 2 novembre – Il giorno dei suoi funerali, celebrati nella chiesa della Collegiata, era il luglio del 2003, tutti ebbero la percezione che Monreale aveva perso uno dei suoi figli migliori e certamente un pezzo della sua storia recente.
Se ne era andato Rosario La Barbera, che tutti chiamavano affettuosamente Saro, strappato alla vita improvvisamente, a soli 63 anni, capo e memoria storica dell'ufficio tecnico comunale, ingegnere e dirigente apprezzato, oltre che premuroso padre di famiglia.
Quel giorno parlarono di lui le parole di monsignor Luigi Bommarito, arcivescovo emerito di Catania, ma soprattutto conoscitore ed estimatore di Saro La Barbera, per averlo avuto come attivista della Fuci, la federazione degli universitari cattolici, che negli anni '60 era il cuore pulsante della vita culturale di Monreale, della quale il presule era stato "anima" e coordinatore.
Dopo avere conseguito la laurea in ingegneria, La Barbera iniziò a lavorare nell'impresa edile del padre Francesco, svolgendo per un breve periodo la libera professione. La sua carriera prese un'altra direzione nel 1975, quando ricoprì, come detto, il ruolo di ingegnere capo del Comune di Monreale. Nel corso della sua vita lavorativa, inoltre, fu consulente per diversi Comuni, rivestendo negli ultimi anni il ruolo di direttore dell'IPAB "Monsignor Benedetto Balsamo".
Di lui si ricorda pure l'impegno politico, da segretario della sezione monrealese del Partito Socialista insieme ai compagni di tante battaglie: Totò Ganci, Geppino Pupella, Salvatore Glorioso, Salvino Caputo, Nino Vaglica e tanti altri ancora.
Chi lo ha conosciuto lo ricorda come persona dalla brillante intelligenza e dalla grande ironia. Un punto di riferimento per la famiglia, per l'amata moglie Luana, per gli adorati figli Ilenia e Francesco, per i colleghi ed i tanti amici, che apprezzavano le sue doti umane, l'equilibrio e l'autorevolezza. I suoi amici più stretti ne ricordano (e ne rimpiangono ancora) le ottime doti di cuoco: la sua specialità erano i cannelloni, che preparava nelle grandi occasioni per la delizia dei commensali.
Fra gli aneddoti più simpatici ricordiamo come, in occasione di giochi a quiz improvvisati durante le feste alle quali veniva invitato, lo scegliessero sempre per svolgere il ruolo di notaio, al quale si sottoponeva simpaticamente con il sorriso e con la simpatia che gli erano propri.
Saro La Barbera, per concludere, apparteneva a quella schiera di persone perbene e di uomini dalla schiena dritta di un tempo, razza, purtroppo, in via d'estinzione.