Scomparve sette anni fa, negli Usa fu un mito
MONREALE, 9 agosto - Storie di emigranti, di bastimenti carichi di speranze, di valigie di cartone, di un sogno americano realizzato. Storie come quella di Frankie Laine, «mostro sacro» della musica americana anni '50 e '60, capace di vendere più di 250 milioni di dischi.
Una storia di successo e di fortuna (dopo), ma anche di sofferenze e di porte chiuse in faccia (prima). Di lui molti non sanno che era originario di Monreale. Frankie Laine, al secolo Francesco Paolo Lo Vecchio, è scomparso il 7 febbraio del 2007 a San Diego, in California.
Era nato a Chicago il 30 marzo 1913, da genitori monrealesi, emigrati oltreoceano per sbarcare il lunario.
Uno di quei tanti viaggi di inizio secolo, quando la gente decideva di sfidare il destino e andare in America per tentare fortuna.
Suo padre, raccontano le cronache del tempo, faceva il barbiere nella "Little Italy" della metropoli dell'Illinois e tra suoi clienti annoverava anche il gangster Al Capone.
I tempi erano difficili nella Chicago del proibizionismo e Frankie dovette faticare non poco per conquistarsi il suo «posto al sole».
A 18 anni lasciò casa per tentare la sorte nella «maratona della danza», una competizione popolare e stravagante nell'America degli anni '30. A Baltimora ballò per 106 giorni consecutivi, vincendo 2.800 dollari, e quando decise di lasciare la pista, nel 1935, poteva contare su tre vittorie e sulla partecipazione a ben 14 maratone.
Il successo canoro arrivò nel '47 con «That's my desire». Poi vennero «That Lucky Old Sun», «Mule Train» e «Cool Water». Una carriera che gli fruttò ben 21 dischi d'oro. Le giovani generazioni di quegli anni, però, conobbero la voce baritonale di Laine soprattutto per i numerosi brani composti per il cinema, in particolare per film western come «Mezzogiorno di Fuoco» e «Sfida all'Ok Corral».
Quando arrivò in Italia le sue canzoni andavano di moda in Usa da quasi vent'anni.
Nel '64, al Festival di Sanremo, interpretò «Una lacrima sul viso» assieme a Bobby Solo e «Che me ne importa a me», in coppia con Domenico Modugno.
Frankie Laine viene ricordato come un «crooner», un cantante melodico che tocca le corde del country. A Monreale oggi il cognome Lo Vecchio conta circa sei-sette nuclei familiari, ignari di avere avuto tra i loro avi, una celebrità musicale di così grandi proporzioni.
Qui a Monreale, frattanto, qualcuno vorrebbe mettere in atto il tentativo di non spezzare il legame con quei concittadini che per necessità hanno dovuto abbandonare l'ombra del duomo per emigrare lontano. Fortuna che Internet e la globalizzazione accorcino inevitabilmente tutte le distanze.
E così, dopo le webcam volute, in grado di mostrare sulla rete la processione del SS. Crocifisso, sono in atto delle ricerche storiche volte a ricercare i numerosi monrealesi emigrati negli anni passati e contattarli, per invitarli a trascorrere nella cittadina normanna i primi tre giorni di maggio, quelli della festa cittadina. E chissà, infine, che il nome di Frankie Laine non campeggi su qualche strada monrealese.