L’Italia, in versione B, batte anche il Galles: primato del girone e adesso testa agli ottavi
Senza calcoli, ma soprattutto senza paura. La nostra Nazionale, forgiata con questo stampo dal mister Mancini, conclude serenamente al primo posto il suo gruppo, quello A, di Euro 2020, battendo in scioltezza anche il Galles con la formazione delle “seconde linee”.
Di solito, si rumoreggia solo dopo le sconfitte: invece qui in Italia si parla, e per la prima volta dopo tantissimo tempo, si parla bene.
Le speranze riposte nei 26 di Mancini stanno venendo ripagate, e anche alla stragrande: non si ha paura di nessuno, neanche della parte di tabellone più difficile.
La questione che teneva banco in questi giorni infatti era questa: molti pensavano – anche gli addetti ai lavori – che fosse meglio “biscottare” la partita col Galles, perdendo il match e arrivando secondi nel girone. Arrivando prima, infatti, l’Italia, se riuscirà a passare gli ottavi (contro Ucraina o Austria, ndr), quasi sicuramente sfiderà il Belgio. Sommando il fatto che nella parte di tabellone alla quale appartengono gli azzurri si troverà anche la capogruppo del girone di ferro (Francia, Portogallo o Germania), diventa una montagna ripidissima la scalata verso la finalissima di Wembley. Posto dove comunque l’Italia andrà sabato prossimo, per disputare i suoi ottavi.
Ma la squadra è compatta, coesa e duttile: basti pensare che sono stati già utilizzati ben 25 giocatori su 26, e chi rimane è il povero Meret, terzo portiere.
Ciò permette sicuramente agli italiani di sognare, sognare le notti magiche che hanno costellato la storia della Nazionale: prima un po’ di riposo, poi si ricomincerà a pensare al presente e, solo dopo in grande. Contro l’Ucraina è il primo dentro o fuori di questa estate, e la squadra di Shevchenko non può che riportarci alla memoria di una di quelle notti magiche, quella del quarto di finale del 2006 proprio contro l’Ucraina, della quale speriamo di emulare il risultato.
Perché alla fine è giusto così, o prima o dopo, si devono battere tutti. Uno ad uno.
La Nazionale non ha paura, anzi, sono gli altri a dovercela avere.