Spiaze...

All'indomani dell'inciampo europeo la decisione di Agnelli: Sarri non è più bianconero

MONREALE, 8 agosto – Che dire? Spiaze. Spiaze davvero tanto per... ah no. Quello lì è un altro, paradossalmente forse - pensateci - il prossimo allenatore della Juventus 2020-2021. Già, perché ad Andrea Agnelli sono bastate davvero pochissime ore per capire, definitivamente, che mister "Mozzicone di Sigaretta" non doveva più far parte della famiglia bianconera.  

I motivi, chiedete? Da dove cominciamo... Basta dire magari che la Juventus di Cristiano Ronaldo, De Ligt, Dybala (mi limito ai tre migliori di tutta quanta la stagione, sugli altri bypassiamo, per carità ndr) vince il nono scudetto di fila con il peggior attacco della Seria A? Non siete ancora soddisfatti. Bene, allora aggiungiamoci anche che la prima squadra in Italia è anche una delle peggiori difese del campionato. E nonostante questo sigla ugualmente il tricolore. Pensa le altre squadre come stavano messe! Il calcio è strano, Beppe. Ma sapete cos'è la cosa veramente bella? Il fatto che forse, Maurizio Sarri, non ci credeva nemmeno lui. E per dimostrarlo vi riporto alla mezzanotte passata di Juventus - Sampdoria, la sfida che con tre giornate d'anticipo laurea i bianconeri campioni d'Italia. Gli spogliatoi dell'Allianz Stadium risuonano a festa e le telecamere di Sky, intrufolatesi quatte quatte in mezzo a fiumi di champagne, pescano proprio l'allenatore che - vicino al capitano Bonucci - gli sussurra, col suo solito e invidiabile aplomb: "C***o, se avete vinto con me siete proprio forti!"

Torniamo seri e diciamolo una volta per tutte. No, Maurizio Sarri non è proprio l'allenatore adatto alla Juventus. E - si badi bene - chi lo conosce a fondo sa benissimo che la Juventus non è solo la squadra che scende in campo il sabato o la domenica. Juventus è un mondo imprenditoriale fatto di investimenti e ricavi. E' un'azienda conosciuta in 30 Paesi diversi, è una società quotata in borsa con uno dei fatturati annuali più alti a livello europeo. Juventus è una forma mentis fatta di eleganza, compostezza, rispetto per compagno e avversario. Può un allenatore che, di fronte a milioni e milioni di spettatori, si lascia andare a gesti di "tradizionale" scaramanzia esser uno dei volti-immagine di questo immenso globo fatto a strisce bianconere? Agnelli, la risposta, la sapeva già da tempo e non occorreva che la Juventus uscisse a testa bassa contro il Lione all'Ottavo di Champions perché questa diventasse comunicato ufficiale, credetemi. 

Alt! però. Se proprio vogliamo trovarlo, un modo per salvare Maurizio c'è eccome. Si chiama Covid-19 e, aldilà del patetico calcio, ha mietuto più vite di quanto la becera sottovalutazione iniziale non avrebbe indotto a pensare. C'è chi afferma infatti che dopo un anno così - falsato, diciamolo apertamente - Sarri avrebbe almeno meritato un anno normale, con un campionato normale. Altre teste - i Gianluca Di Marzio occasionali - ritengono che la Juventus abbia errato nell'affidare nelle mani di Sarri una squadra totalmente estranea per caratteristiche al suo concetto di calcio (quel vincere e convincere che lui stesso aveva portato avanti nella conferenza stampa di presentazione). Che molti, forse troppi giocatori attualmente in rosa siano ormai a fine ciclo è un assunto quasi scontato. In molti, che almeno inizialmente avevano creduto nel nuovo progetto (vedi Pjanic e i suoi 500 palloni giocati a partita, almeno nei sogni ndr), si sono poi arresi dinanzi all'evidenza che, il sarriball, non avevano la più pallida idea di che diavolo fosse. Vincere non è importante, è l'unica cosa che conta sta scritto nel genoma di uno juventino, oltre che all'ingresso dello Juventus Museum. Certo, vincere divertendosi è anche meglio, ma vuoi mettere un traguardo finale tagliato per corto muso? (Ogni riferimento ad Allegri è puramente voluto). 

L'altro mister, quello che se ne intendeva di ippica e di basket, amava dirlo con il suo meraviglioso sorriso stampato sul volto anche dopo una pessima partita. E' molto semplice. E a fine anno vince chi scrive il nome in alto, tutto il resto non conta. Lo spettacolo - diceva - si fa al circo, in campo invece si scende per vincere. Adesso, perdonatemi, ma è l'ora di congedarmi perché, come recitava in una celebre battuta Tom Hanks in Forrest Gump: "Non ho altro da dire su questa faccenda". Lascio che a parlare sia il corso degli eventi, che per forza di cose dovrà essere rapido visto l'imminente inizio della nuova stagione. E chissà quale fantino siederà adesso in groppa al cavallo torinese. E tu, Maurizio, sei intenditore di ippica?