E' stato difficile, ma ce l'abbiamo fatta

Spadafora molla la presa: ''Giusto che il calcio riparta''. Il 13 giugno coppe, il 20 campionato

MONREALE, 29 maggio – La data c'è, a patto che nulla accada fino ad allora. E onestamente – non so voi – ma io me la tengo stretta, come si faceva da bambini con un giocattolo a lungo promesso e poi finalmente ottenuto, magari dopo un bel 9 in pagella a fine anno. Per il 9 quest'anno la vedo dura, ma i regali ogni tanto arrivano lo stesso (soprattutto dopo tanto penare!). 

Chiaro e scontato quasi dirlo, l'emergenza sanitaria prima di tutto. La salute è un bene troppo prezioso perché ci si possa permettere di scherzarci su. Soprattutto se è di un ''gioco'' ciò di cui si parla. E così (giustamente) anche i più inguaribili amanti della sfera e del rettangolo verde hanno dovuto sedare passioni e bollenti spiriti, accontentandosi prima di repliche avìte che, se in qualche modo volevano mettere freno alla nostalgia, in realtà non facevano altro che foraggiarla, poi infine della Bundesliga, il campionato tedesco (già da circa due settimane a pieno regime) a cui - tra parentesi - il sottoscritto non ha mai ceduto, nemmeno con l'incubo più volte sfiorato che la Serie A non ripartisse. Il motivo? Postumi da 2006, ma quella è un'altra storia. 

E' di ieri sera invece la tanto attesa, sperata e implorata notizia: il 20 giugno si riprende, parola di ministro Spadafora. Lo stesso che da marzo in poi ha dato vita, insieme a FIGC, Leghe e associazioni di calciatori, arbitri e allenatori, a un tiro e molla convulso, come uno yoyo impazzito, di conferme e smentite, di speranze e rassegnazioni. Ieri invece l'intera orchestra sembra aver ritrovato la nota di accordo e così, almeno un po' tutti, torneremo a sorridere e a litigare con chi di fianco a noi ha il cuore di un colore diverso. Lo faremo da casa, questo è vero. Ma, insomma, sempre meglio che niente! 

''Nulla sarebbe ripartito senza l'autorizzazione del Comitato Tecnico Scientifico - ha affermato il ministro dello sport - è giusto che anche il calcio riparta'' aggiungendo oltretutto che il CTS ha sottolineato la quarantena fiduciaria per chiunque risultasse positivo ai tamponi che, ci tiene a far presente sempre Spadafora, ''non avranno canali preferenziali per il calcio'' e non nuoceranno quindi al resto della popolazione civile. Tanti anche i messaggi di carica e motivazione sui social dei giocatori che si dicono unanimamente pronti a rimettere benzina nelle gambe. Potranno farlo - in attesa di conferma definitiva da parte della Federcalcio e del calendario ufficiale della Lega previsto per oggi - probabilmente già dal 13 giugno, quando dovrebbero andare in scena (sembra quasi utopìa dirlo) gli incontri tra le semifinaliste della Coppa Italia, le cui vincitrici si potrebbero dunque fronteggiare il 17 giugno. Tre giorni prima che ricominci a tutti gli effetti anche il campionato di Serie A, sabato 20 giugno. Sul piatto la possibilità che le pay-tv che godono dei diritti d'immagine possano anch'esse mollare la presa e lanciare segnali positivi verso la visione in chiaro. 

Resti ben inteso, comunque, che nulla è ancora detto. Il campionato potrebbe nuovamente subire delle inversioni di rotta. A stabilirle nell'eventualità sarà il Consiglio Federale previsto per il 4 giugno. Sul tavolo della discussione, infatti, figureranno altri due possibili scenari da definire con chiarezza nel caso in cui tutto vada a monte: la possibilità che si debba far ricorso a play-off e play-out per decretare vincitore, europee e retrocesse, oppure la peggiore delle ipotesi, ossia il definitivo e malaugurato stop ufficiale, con la classifica che rimarrebbe in tal caso così com'è allo stato attuale. Giusta l'emozione e la trepidazione, dunque, però - almeno per un altro po' - continuiamo a dircelo sottovoce. E magari incrociamo le dita. Non si sa mai.