Entusiasmante la sua vittoria nel GP d’Italia, disputato a Monza
MONZA, 9 settembre – Diciamoci le verità: un Gran Premio di Monza col cuore in gola così, forse non lo avevamo vissuto mai. Nemmeno ai tempi (sembra l’anteguerra) della doppietta della Ferrari firmata da Gerhard Berger e Michele Alboreto.
La vittoria come quella ottenuta ieri pomeriggio da Charles Leclerc è di quelle che non si dimenticano e che è destinata a restare ancora a lungo sulle pagine dei giornali e nelle copertine delle sigle tv. Merito di Charles Leclerc, un bravo ragazzo del principato di Monaco, che a dispetto dei suoi soli 21 anni, ha messo in riga il cinque volte campione del mondo Lewis Hamilton ed i suo scudiero, Valtery Bottas. Il giovane pilota del Cavallino ha disputato una gara semplicemente fantastica, preparata in qualifica con una pole piena di polemiche, ma certamente eloquente, e poi completata con una condotta perfetta: dal primo all’ultimo metro.
Leclerc, infatti, è partito bene ed ha messo il muso della rossa in testa già alla prima curva, per poi non mollare più la leadership, anzi respingendo con veemenza gli assalti dei due piloti Marcedes. Una fatica enorme, considerando che il GP di Monza si vince a circa 250 di media, (uno dei più veloci del circuito) guidando quindi a velocità folli (punte da circa 330 km/h) con la coda dell’occhio sempre negli specchietti per neutralizzare gli assalti dei rivali. Uno stress enorme, che lo ha molto provato (alla fine era stanchissimo), ma che lui ha saputo sopportare tranquillamente (beata gioventù). “Sarebbe piaciuto molto a mio padre” ha detto a fine gara Piero Ferrari figlio di Enzo, il Drake di Maranello. Sul podio poi il delirio con le decine di migliaia di tifosi della Rossa che hanno affollato il parco di Monza, felici di cantare, magari stonando, l’inno di Mameli.
Buone notizie pure dalla Nazionale. Roberto Mancini incassa la sesta vittoria consecutiva nelle qualificazioni su altrettante partite giocate (solo Italia e Spagna a punteggio pieno nelle gare che portano all’Europeo) e mette in tasca più di un’ipoteca della qualificazione della kermesse continentale che vedrà la partita inaugurale proprio a Roma. La vittoria è arrivata solo grazie ad un rigore molto generoso concesso per un fallo di mano che - se dato contro di noi - ci avrebbe molto fatto incavolare. Ma per una volta prendiamoci questo aiutino che ci permette di voleggiare in testa alla classifica del girone. Ad ottobre, verosimilmente, contro la Grecia o, male che vada, contro i Liechtenstein la qualificazione dell’Italia dovrebbe essere matematica.
Nel prossimo fine settimana tonerà il campionato: dimenticheremo l’unità che ci regala la Nazionale e torneremo a dividerci e ad accapigliarci per le sorti delle squadre di club. Ma se ci togliamo il piacere delle discussioni pallonare che gusto c’è?