Mihajlovic in panchina l’immagine più bella della giornata
MONREALE, 26 agosto – Il calcio d’estate, quello senza valore di classifica, ma solo di cassa, quello che ha sempre un valore molto, ma molto relativo, è finalmente finito. Adesso si gioca di nuovo per i tre punti, per la classifica e per raggiungere ciascuno i propri obiettivi.
Bentornato campionato, quindi. Ben tornato con i match che contano per qualcosa, con le polemiche e con le sue prodezze. In attesa della partita dell’Inter, in programma stasera contro il Lecce in uno stadio “Meazza” che si preannuncia già gremito, difficile non partire dalla più bella notizia di questa prima giornata: L’aver visto Sinisa Mihajolovic sulla panchina del Bologna, benchè affetto da leucemia e reduce da diverse sedute di chemio, è un messaggio di primo livello e di grande gioia. Una speranza per tutti quelli che soffrono per un cancro e che – spesso – hanno poche capacità di reazione di fronte alle difficoltà che ti mette davanti il destino. Un leone l’allenatore felsineo, come quando giocava e col suo sinistro fatato diventava il giocatore dal più alto score su calcio di punizione della storia della Serie A.
Per il resto, la prima giornata è sembrata la prosecuzione della stagione scorsa. In sostanza siamo ripartiti da dove ci eravamo lasciati. Conquistano i tre punti la Juve, il Napoli e l’Atalanta, cioè le squadre del podio dell’ultimo campionato. I nerazzurri di Gasperini, tra l’altro, sono riusciti nell’impresa di portare a casa l’intera posta, pur dovendo rimontare da uno 0-2 iniziale contro un’ottima Spal, che sembrava tramortirla. Muriel “hombre del partido”, che con due rasoiate da fuori ha ribaltato il match e regalato la vittoria agli orobici.
Frattanto, abituiamoci – anche se sarà faticoso – ad nuovo protagonista della Serie A: il fallo di mano. Quest’estate le disposizioni impartite dalla Fifa sono state di quelle che vanno in una direzione precisa. La volontarietà non sarà più un fattore dirimente. Conterà solo il fatto di aumentare il volume del corpo. Con cervellotici esempi esplicativi che parlano di “7,20”, cioè la posizione delle braccia aperte in caso di un eventuale fallo. Fino a quelle delle 7,20, appunto, quindi leggermente allargate, ci potrà essere tolleranza, di più no. Impossibile non pensare alle parole di un grande campione come Zvone Boban per prendere le distanze da questa nuova tendenza: “Pinguini non giocano a calcio”. Condivisibili. Come condivisibili sono state le proteste del Cagliari, inopinatamente sconfitto in casa dalla matricola Brescia per un fallo di mano di Cerri davvero difficile da sanzionare, che ha portato al calcio di rigore poi trasformato dal bomber delle Rondinelle, Donnarumma.
Il Var, che ha funzionato alla perfezione nel rilevare la millimetrica posizione di fuorigioco di Cristiano Ronaldo a Parma o quella altrettanto millimetrica (stavolta buona) di Immobile a Marassi, in un paio di situazioni ha preso delle topiche clamorose: Cagliari, appunto, e Firenze, dove al Napoli contro i viola è stato assegnato uno dei rigori più fantasiosi degli ultimi anni. Gli arbitri avranno tempo per rifarsi, come lo avrà la Roma, che ha ciccato la prima in casa contro un Genoa solido ed agguerrito, che si candida al ruolo di rivelazione del campionato. Come lo avrà il Milan che ad Udine, giocando una partita sonnacchiosa, è tornato a casa con le pive nel sacco.
Stasera toccherà all’Inter, che con Antonio Conte in panchina ha tutta l’aria di essere la reale avversaria della Juve, quella che vorrà interrompere l’egemonia bianconera, che dura, ormai, da otto anni. Teniamoci forte: le emozioni sono solo all’inizio.
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