Per "Merkel", contro i rossoneri, una prova autoritaria
MONREALE, 13 marzo – La prima parola che viene alla mente, guardando alla prestazione di domenica scorsa a Castelvetrano di Danilo Marcoccio, 22 anni centrocampista del Monreale, è: finalmente. Una bella prova, che ripaga il ragazzo dei tanti sacrifici.
Quest'anno, a differenza della passata stagione, Marcoccio non aveva ancora brillato, pur avendo disputato qualche buono spezzone di gara. Contro al Folgore, invece, è stato schierato da titolare, complice anche – probabilmente – l'assenza dell'ultimora di Alessandro Manfrè, ed ha ripagato mister Tarantino della fiducia con una partita da protagonista. Ordine, geometrie, diversi recuperi di palla in mezzo al campo. Insomma Danilo ha fatto sentire, eccome, la sua presenza, affiancando nel migliore dei modi Mimmo Marino, che di questa squadra è diventato condottiero. Un esperimento riuscito, quello del doppio play maker, che ha permesso al Monreale di avere sempre qualcuno in grado di gestire il gioco e di proporre una costruzione intelligente.
Di Marcoccio sono piaciute alcune puntuali aperture "alla cieca", senza nemmeno guardare gli inserimenti dei compagni, specie del bravo Ficano, che in più di un'occasione si è proposto sulla corsia di sinistra. Fino a quando ha avuto benzina, il bravo Danilo ha giocato un partitone, poi nel finale, è calato comprensibilmente e nei minuti finali non ne aveva più.
Di Marcoccio ci manca qualche bel gol, che col suo buon tiro è in grado di realizzare, che l'anno scorso, invece, aveva segnato. Del match di Castelvetrano, resta comunque l'immagine di una prova maiuscola, che certamente avrà rallegrato mister Tarantino, consapevole di poter contare su un uomo in più in questo finale di stagione.