Monreale calcio: stavolta il campo non c'entra, i limiti sono caratteriali

Tutto lo staff si interroga sui perchè della sconfitta con l'Alcamo

MONREALE, 12 novembre – E' ufficiale: la colpa non è delle pessime condizioni del Conca d'Oro. O meglio: non soltanto delle condizioni del campo. Se la squadra ha perso su un tavolo da biliardo come lo Sporting Village, le motivazioni vanno ricercate anche altrove.

 Dello stesso avviso era ieri pomeriggio anche Pietro Tarantino, allenatore del Monreale, che riconoscendo come in questa occasione non si potesse addossare la colpa al fondo campo, cercava di capire il perché dei "limiti" della squadra.

A Tommaso Natale il Monreale stava giocando discretamente bene contro l'Alcamo, subendo qualche palla gol da parte dei bianconeri di Vincenzo Montalbano, ma al tempo stesso, mettendo in mostra una buona organizzazione di gioco. Ed il gol del vantaggio, un coniglio uscito fuori dal cilindro di un sempre fantasioso Gianluca Cardinale, sembrava mettere in discesa una partita difficile. Sono bastate due grosse disattenzioni difensive, però, per cambiare volto alla partita e rendere tutto maledettamente complicato. Nella ripresa il Monreale ha costretto l'Alcamo a giocare negli ultimi trenta metri, ma ha racimolato un palo (con Jimoh) e poco altro. Nel finale, anzi, è arrivato il gol del definitivo 3-1 che ha tagliato la testa al toro.

E allora, analizzando: limiti tecnici no (il Monreale non sembra inferiore su questo piano a tantissime altre squadre), limiti atletici no (fino a ieri i giocatori hanno corso a perdifiato fin al 95'), limiti d'esperienza no (molti componenti dell'organico hanno il pelo sullo stomaco ed hanno giocato in categorie superiori). Che tipo di limiti sono, per giustificare l'attuale posizione di classifica se non caratteriali? A mister Tarantino l'ingrato compito di eliminarli.