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Okolie e Jimoh, i "Calypso boys" del Monreale che fanno sognare i tifosi

| Enzo Ganci | Calcio

"Con questo gruppo possiamo fare bene"

MONREALE, 2 agosto – Si chiamavano Dwight Yorke ed Andy Cole, erano i "Calypso boys", due attaccanti di colore che giocavano nel Manchester United. Il Monreale, fatte (ovviamente) le dovute proporzioni, spera che Saheed Jimoh e Charlie Okolie ripetano qui le loro gesta.

E se lo augurano soprattutto i tifosi monrealesi, consapevoli di avere in squadra due "grimaldelli" eccezionali in grado di scardinare anche le più arcigne difese avversarie. Le premesse ci sono tutte, anche se poi, come sempre, giudice supremo sarà il campo, ma a guardare quello che i due nigeriani hanno fatto finora sui diversi campi dilettantistici che hanno calcato, c'è da fregarsi le mani.

Charlie Okolie, 29 anni, ha giocato con grandi risultati in diverse squadre di serie D, l'ultima il Sambiase (Calabria), mettendo in mostra le sue qualità, che sono quelle di andar via in velocità al proprio uomo e battere a rete. Saheed Jimoh, invece, fa parlare i numeri: 23 gol realizzati nella scorsa stagione con la maglia del Mazara, trascinando letteralmente i canarini verso una salvezza tranquilla. E tutto questo senza neppure l'apporto dei rigori, dal momento che ne ha segnato uno soltanto. Entrambi sono stati accolti benissimo nel gruppo, come se di questo facessero parte già da diversi anni. Un compito in meno, quello della loro integrazione per mister Scalia, che già li ha messi sotto, facendoli lavorare duramente per farli entrare in forma al più presto.

"Dobbiamo far bene ed arrivare alla salvezza prima possibile – vola basso Okolie, che non vuole fare proclami – Inutile parlare adesso. Dobbiamo lavorare per Monreale e per il Monreale. Il gruppo è fatto da giocatori validi ed il mister ci fa migliorare ed imparare cose nuove. Quanti gol posso fare? Uno, il prossimo". Messaggio chiaro e diretto di chi è già concentrato sulla prossima partita.

Chi, invece, non fa mistero di voler raggiungere un bel bottino è Saheed Jimoh, anche lui nigeriano, al quale, se il caso, non dispiacerebbe aumentare il numero di 23 reti messe a segno l'anno scorso. "Il gol è importante per gli attaccanti – dice Jimoh. Con Okolie ci conosciamo benissimo, anche ai tempi della Nigeria e l'intesa è ottima (i due dividono anche la casa, ndr). Io sono una unta esterna e posso giocare a destra o a sinistra, dove dice l'allenatore. L'anno scorso – dice ancora Saheed – non si può dimenticare, ma quest'anno con questo gruppo possiamo fare ancora meglio. Il mister ci ha aperto le porte dello spogliatoio, aiutandoci ad inserirci con i nuovi compagni. Stiamo lavorando duro ed è giusto così".

Le "frecce nere", così come sono già stati ribattezzati, sono già nella faretra, sarà il campionato a dire quando e come potranno essere scoccate.

 

 

 

  

· Enzo Ganci · Editoriali

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