"Ho sbagliato, ma l'arbitro forse poteva solo ammonirmi"
MONREALE, 19 settembre – Sgombriamo subito il campo da equivoci: Davide Rizzo ha sbagliato e lo sa. Quelle mani, anziché batterle ironicamente all’arbitro, avrebbe fatto meglio a metterle in tasca, se i calzoncini da gioco le avessero avute.
Ed invece un attimo di rabbia, magari, giustificata e dettata dalla trance agonistica, gli sono costati un cartellino rosso e, probabilmente, una giornata di squalifica. Giusto a lui che, oltre ad essere bravo, è un ragazzo veramente educato.
Peccato, perché fino a quel momento era stato in assoluto il migliore in campo: un gol realizzato da attaccante consumato, un palo pieno, un’altra conclusione pericolosa e soprattutto una condizione atletica straripante, in grado di fargli fare il diavolo a quattro sulla sua fascia di competenza, quella mancina.
Un prestazione, insomma, che stava facendo il paio con quella altrettanto maiuscola espressa contro l’Akragas, tanto da far commentare al gruppo di tifosi agrigentini presenti sugli spalti del Conca d’Oro: «Ma cu è stu tri?». Un complimento esplicito al giocatore con la maglia numero 3, che stava imperversando sulla corsia di sinistra.
«Stavo veramente bene mi stavo divertendo – racconta Davide diviso tra allenamenti e studio – poi è successo che l’arbitro ha dato un rigore molto dubbio e l’episodio è arrivato dopo che non aveva fischiato due falli a nostro favore. Insomma mi sono innervosito ed è partito quell’applauso ironico che mi è costato il cartellino rosso. D’accordo ho sbagliato, ho commesso un errore, ma forse il direttore di gara poteva ammonirmi soltanto. Probabilmente ha sentito la pressione dei tifosi. Forse quel rosso diretto non ci stava. Adesso spero che non calchi la mano nel referto. Un vero peccato. Stava andando tutto bene: il Kamarat stava rincorrendo, lasciava varchi enormi e noi nelle ripartenze potevamo fare male. Siamo amareggiati, ma vogliamo ripartire, proprio da questi errori».