L'attaccante monrealese dell'Audace vuole essere "profeta in patria"
MONREALE, 8 agosto – Per vivere nel migliore dei modi l’avventura in Eccellenza, l’Audace conta molto sui suoi gol. Pier Davide Dell’Orzo, monrealese con la maglia del Monreale, è pronto a dare il suo contributo alla causa cittadina.
E già dopo due settimane di duro lavoro, la sua personalità in attacco si vede, eccome. Rapido, abile a lasciare sul posto l’avversario, ma al tempo stesso mobile e disposto al sacrificio, Pier Davide (i compagni lo chiamano solo Piero, sarebbe troppo lungo) ci tiene particolarmente a fare bene, anche perché è praticamente certo che ogni domenica, a fare il tifo per lui, ci saranno molti dei componenti della famiglia Maraschino (quella della mamma), nonché molti amici, perché, inutile negarlo, c’è molta voglia di vedere finalmente un “profeta in patria”.
«Sono tutti molto contenti che io sia tornato a Monreale, dopo molti anni di girovagare. Penso proprio che mi verranno a vedere – dice Dell’Orzo ed io ci tengo molto a fare un bel campionato, magari, che so, arrivando in doppia cifra, traguardo che è sempre importante per un attaccante».
E lui in doppia cifra ha l’abitudine di arrivarci, come l’anno scorso, quando mise a segno 17 reti con la maglia dell’Orlandina, sempre in Eccellenza.
Frattanto, cosa importante, ha già legato con il suo compagno d’attacco, Totò Romeo, anche lui pezzo pregiato del mercato dell’Audace.
«Lui gioca più centrale – spiega Piero – io svario e sto più defilato sul settore di sinistra, con il modulo del 4-2-3-1 che stiamo applicando per ora». Frattanto, il lavoro è sempre duro, finalizzato a regalare una buona condizione in vista del match d’esordio stagionale in Coppa Italia (28 agosto). Poi comincerà il campionato, che presenta già molti “squadroni”: «L’Alcamo e l’Akragas – pronostica Dell’Orzo – mi sembrano quella meglio attrezzate, ma non trascurerei, il Campofranco, il San Giovanni Gemini e la Sancataldese».
L’obiettivo di Pier Davide, però, è legato a Monreale ed ai suoi tifosi: «Voglio portare entusiasmo – racconta – sperando che la gente venga al campo per divertirsi. Monreale, ne sono convinto, merita una categoria superiore».