Sono grandi i meriti del tecnico molto amato dai giocatori
MONREALE, 7 aprile – Se nello spogliatoio lo chiamano Josè Mourinho un motivo ci sarà. Facciamo attenzione: Paolo Scalia è molto più simpatico ed educato dell'allenatore del Real Madrid, ma l'appellativo impegnativo...
con cui i giocatori si rivolgono a lui quando sono un po' su di giri è indice di una leadership indiscussa, che è stata una delle carte vincenti della splendida cavalcata dell'Audace Monreale.
Autoritario, ma soprattutto autorevole, carismatico e con grandi doti umane. Non è facile sintetizzare in poche parole le caratteristiche dell'allenatore che ha condotto la squadra in Eccellenza.
"E' stata una stagione esaltante – dice Paolo Scalia adesso che il livello dell'adrenalina si è abbassato e le bocce sono quasi ferme – che è andata al di là di ogni previsione, perché pensavamo di fare bene e di piazzarci in zona play off, ma, almeno inizialmente, non di vincere il campionato. Abbiamo meritato, non abbiamo rubato nulla, anzi forse ci manca qualcosa".
Lui è stato a battere il tamburo al ritmo di guerra, per ricordare una scena di Ben Hur, ma ai remi ci sono stati i ragazzi, che hanno formato un gruppo vincente. "Un gruppo sul quale si può scommettere anche per l'anno prossimo – giura il tecnico - che noi cercheremo di confermare in blocco e che al più presto proveremo a puntellare per la stagione prossima in Eccellenza".
Anche Scalia, come tutti i bravi allenatori, al momento di distribuire elogi, si rivolge a tutto il gruppo, ma una particolarità riusciamo ad estorcergliela. "Se proprio devo fare un nome – ammette – dico il nostro giocatore più anziano, il capitano Sergio Maggio, che è stato un trascinatore, un vero e proprio leader. Poi, però, vorrei elogiare i nostri giovani, che certamente sono stati i migliori della categoria".
Adesso sembra tutto facile, ma - c'è da giurarci - la stagione è stata dura, fatta di tanti momenti difficili. "In assoluto – rivela il tecnico – quello più difficile è stato alla vigilia della partita con il Capaci in trasferta. Tra infortuni e squalifiche avevamo sette juniores in campo, poi però abbiamo vinto e la situazione è migliorata. Difficile è stato pure, soprattutto a livello mentale, quando siamo andati in testa alla classifica, perché sapevamo di dover mantenere un'andatura elevata per tutto il campionato". E la svolta della stagione? "Direi senz'altro quando abbiamo vinto in trasferta in casa della Palermitana, che era considerata una corazzata. Lì abbiamo acquisito consapevolezza dei nostri mezzi".
Le conclusioni Paolo Scalia le affida ai ringraziamenti a tutto lo staff, nessuno escluso, ma soprattutto allo Sporting Arenella, bravissimo avversario, capace di dare filo da torcere all'Audace per tutto il campionato e per aver contribuito a rendere questo incerto ed avvincente fino alla fine.