Skip to main content

Giovanni Ferraro, un fuoriclasse chiamato "Bummuliddu"

| Enzo Ganci | Calcio

Storia di una vecchia gloria del calcio monrealese, ancora indimenticata

MONREALE, 19 aprile - Se qualcuno chiedesse in giro qual è stato il giocatore di calcio più forte che Monreale abbia mai espresso, la risposta arriverebbe facile facile: "u Bummuliddu". Anche se sono passati un po' di anni, ormai, dai tempi in cui giocava, le sue gesta calcistiche le ricordano ancora in tanti.

U Bummuliddu, al secolo Giovanni Ferraro, classe '51, era quello che tutti gli appassionati di calcio degli anni 70-80 avrebbero voluto essere: un numero uno del rettangolo di gioco. Un giocatore che fa la differenza quando in campo c'è, e della cui importanza ti accorgi soprattutto quando non c'è.

Ma come giocava Giovanni Ferraro? Era un centrocampista di grande talento e grande personalità. Fisico asciutto, (ancora adesso alla non verde età di 64 anni), passo rapido, scatto breve. Insomma, uno difficile e rognoso da marcare anche e soprattutto per i due piedi (il destro, più che il sinistro) davvero di velluto. Già, perchè se è vero, come dice Francesco De Gregori che "un giocatore lo vedi dal coraggio, dall'altruismo, dalla fantasia", è pure vero, però, è inutile girarci attorno, che alla base ci devono essere i piedi. E "u Bummuliddu" aveva i piedi d'oro. Dribbling, tunnel (meglio se davanti la rete di recinzione del campo, a due passi dalla gradinata per far esaltare il pubblico, allora numerosissimo) ed una serie di numeri d'alta scuola che lo rendevano un giocatore di altra categoria.

Viene spontaneo, allora pensare: ma come mai un calciatore di questo calibro non ha mai giocato davanti a platee più prestigiose ed in categorie superiori? "Ho avuto la mia grande occasione - racconta Giovanni a Monreale News - Ero ragazzino ed andai a sostenere un provino con l'Atalanta, in serie A. Il provino andò bene e la società voleva tesserarmi, ma io dissi di no. Forse non ero pronto allora per un salto così grande. A Bergamo c'era mio fratello che mi invogliava a rimanere lì, mi pregò come un Santo, ma io volli ritornare a Monreale a tutti i costi. Altri tempi, altra mentalità.... Oggi, se al mio posto ci fosse mio figlio, glielo accompagnerei io personalmente".

Giovanni Ferraro cominciò a giocare nel Monreale nel 72-73, quando alla presidenza della società c'era Bino Li Calsi e da Palermo arrivarono giocatori come Giacomo Blandino, Franco Pagano, Dario Di Modica, e c'erano i fratelli monrealesi Salvino e Giuseppe Viola, gente in gamba, che ha fatto la storia del calcio monrealese. Il Monreale giocava in Promozione, sfidando squadre come la Nissa, l'Alcamo, il Terranova, l'Empedoclina . Era la Promozione, che allora era la quinta serie e che aveva un livello tecnico decisamente superiore a quello attuale. Poi ci fu la parentesi Salemi, dove Ferraro andò a giocare per quattro anni, sempre in Promozione. Quindi il ritorno al vecchio amore Monreale, per tanti anni ancora. Nel frattempo in squadra c'erano il portiere Bartolo Tripolino, oggi insegnante di Educazione Fisica, il rude terzinaccio Nino Dina (oggi deputato regionale), il mediano monrealese Paolo Venturella o il "libero" Nunzio Di Mattia, vigile urbano.

Tanti ricordano ancora "u Bummuliddu" col numero 4, quando lo facevano giocare davanti alla difesa e poi col numero 9, quando il suo ruolo si trasformò in trequartista alle spalle delle punte.

Una sua specialità erano i calci di punizione dal limite, che lui calciava col destro a giro. Allora noi ragazzini le chiamavamo "alla Zico", (oggi si chiamerebbero "alla Pirlo") ed esultavamo quando il pallone si insaccava all'incrocio dei pali. Poi, sul finire della carriera, Giovanni Ferraro andò a giocare con i Metronotte, la squadra aziendale che gli aveva dato pure un posto di lavoro. D'altronde con i piedi che aveva, anche in avanti con gli anni poteva giocare tranquillamente. Ed infatti giocò fino a 46 anni. Dal '91 Giovanni è un impiegato regionale, dipendente dell'assessorato ai Beni Culturali. E' possibile incontrarlo al Chiostro, dove presta servizio come agente di custodia.

A volte, quando esce dal posto di lavoro, in piazza Guglielmo incontra dei ragazzini che giocano con il sempre mitico "Super Santos" e si intrattiene brevemente a palleggiare con loro. I ragazzi prima si mostrano un po' scettici, nel vedere un signore grande e con i capelli grigi calciare un pallone. Poco dopo, però, bastano due-tre tocchi, cambiano idea e mostrano rispetto. Non sanno che allo loro età "u Bummuliddu" era già un fuoriclasse.

· Enzo Ganci · Editoriali

MONREALE, 15 settembre – Presentiamo oggi la nuova veste grafica di Monreale News, il nostro quotidiano, al quale diamo un nuovo look, un nuovo aspetto.

Edizione locale

Rubrica

Rubrica